Il film "12 Soldiers" ricostruisce una storia realmente accaduta, quella dell'Unità Speciale cui fu affidato il primo contrattacco statunitense dopo l'attentato alle Torri Gemelle.
Cinque settimane dopo l'11 Settembre, dodici uomini, appartenenti all'unità speciale Alpha 595, partono volontari per l'Afghanistan col compito di liberarlo dai radicali talebani di Al Qaeda.
La missione ha da subito i connotati di un'operazione suicida, ma per il comandante Mitch Nelson (Chris Hemsworth) e i suoi uomini, l'amor patrio viene prima di tutto. In territorio nemico, il team si allea con i locali afgani ribelli, grazie ad un ambiguo signore della guerra reclutato dalla CIA, Adbul Rashif Dostum. Ad attenderli ci sono 50.000 nemici, dotati di carrarmati e lanciamissili. Nonostante l'enorme disparità di uomini e di armamento bellico, i dodici americani tenteranno, con diversi assalti a cavallo, di espugnare il territorio.
Tratto dal libro del giornalista Doug Stanton, “Horse Soldiers” (2009), il film "12 Soldiers" vede alla regia l'esordiente danese Nicolai Fuglsig, già autore di numerosi reportage di guerra.
Il punto di forza dell'opera sono le scene di battaglia, esteticamente realistiche e realizzate con effetti speciali di pregio, benché accompagnate da una musica sincopata e fin troppo enfatica. Meno accurata è la caratterizzazione psicologica dei personaggi, perciò l'empatia nei confronti dei soldati stenta a decollare e ci si scopre più emozionati al cospetto delle foto dei veri protagonisti, durante i titoli di coda, che durante il film.
Oltre alla solita suddivisione manichea in buoni e cattivi, stavolta emerge la volontà di analizzare differenze ma anche punti di contatto tra la cultura americana e quella afgana: inconciliabili sotto tanti aspetti ma anche unite dall'avere lo stesso nemico.
Mischiando stilemi western a cinema di guerra, "12 Soldiers" mette in scena l'amicizia fraterna tra commilitoni, l'umorismo che fa da balsamo allo spirito anche nella cornice più drammatica e, soprattutto, i valori patriottici su cui regge la convinzione di "guerra giusta" cara agli americani.
Per 130 minuti si assapora l'epopea di uomini che hanno messo tutto a repentaglio nella lotta al terrorismo. L'incredibile vicenda ha nell'autenticità la sua caratteristica più accattivante, ma è inevitabile, con siffatti eroici protagonisti, che il racconto ecceda in toni retorici e trionfalistici.
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