Abbiamo evitato i dinosauri, ma i batteri non riusciremo a scrollarceli di dosso

Una "Brevissima storia della vita sulla Terra". Dalle prime molecole alle future pandemie. Il saggio di Henry Gee

Abbiamo evitato i dinosauri, ma i batteri non riusciremo a scrollarceli di dosso
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Qualche anno fa citai al mio amico astrofisico Nanni Bignami una amara considerazione di Richard Darwins, secondo la quale oltre il novanta per cento degli americani non sapeva niente di evoluzione né di storia dell'universo. Nanni obiettò: «ma cosa dici, non è possibile». «Ma certo che sì, anzi secondo me in Italia è peggio». Lo sfidai a andare in giro per le strade di Roma a fare domande basilari, tipo: da quanti anni c'è la vita sulla Terra? Quanti anni ha la Terra? E l'Universo? Ne nacque l'idea di un format televisivo e tramite una società di produzione andammo in giro per la capitale a girare delle prove, ma purtroppo non se ne fece niente perché di lì a poco Nanni morì.

Tuttavia avevo ragione io. Le risposte medie erano: la Terra ha duemila anni, al massimo si arrivava a diecimila, mentre la vita era nata col Big Bang. Intervistammo anche due preti sotto la statua di Giordano Bruno, a Campo de' Fiori. Risposta: «Non ci occupiamo di queste cose, dovete parlarne con padre Gustavo». «E chi è padre Gustavo?». «Quello che si occupa di queste cose».

Se non volete andare da padre Gustavo, di libri divulgativi ormai ce ne sono tantissimi, da quelli di Richard Dawkins a quelli di Neil deGrasse Tyson, da Sean Carroll al nostro Telmo Pievani, ma una sintesi estrema la trovate nell'appena uscito volume di Henry Gee, estremo anche nel titolo: Brevissima storia della vita sulla Terra - 4 miliardi di anni in dodici capitoli (Einaudi). Perché è singolare pensare che si esca dalle scuole dell'obbligo senza sapere quanti anni ha la nostra specie, e con un'idea della Storia che arriva al massimo a diecimila anni fa (quando inventammo l'agricoltura). Ma prima di questi diecimila anni da quanti anni c'eravamo? Da circa trecentomila, senza considerare i nostri discendenti ominidi: basti pensare che l'antenato in comune tra noi e uno scimpanzé è vissuto cinque milioni di anni fa. Motivo per cui dire che l'uomo discende dalle scimmie è sbagliato, perché le grandi scimmie antropomorfe sono cinque: gorilla, scimpanzé, orango, bonono e uomo, cioè noi. Noi siamo scimmie, e ogni specie ha un antenato in comune con qualsiasi altra specie.

Il problema è sicuramente il nostro cervello. La nostra vita al massimo dura cento anni, e tempi spropositati non riusciamo a digerirli. Eppure sono alla base dell'evoluzione. Il libro di Henry Gee andrebbe introdotto nelle scuole, come in generale la storia della biologia e dell'astrofisica, conquiste dell'ultimo secolo e mezzo. A Darwin, per la sua teoria dell'evoluzione, non bastava il tempo: la Terra non poteva avere né seimila anni, come diceva la Bibbia, ma neppure un milione di anni, ancora troppo pochi. Dopo si è scoperto che ne ha quattro miliardi e mezzo, e la vita è iniziata poco dopo, appena cinquecentomila anni dopo, cioè quattro miliardi di anni fa. Da prima molecole autoreplicanti, poi il primo batterio unicellulare. È lui l'antenato di noi tutti. Noi discendiamo da un batterio. A tal punto che il nostro corpo è abitato da miliardi di batteri, i nostri antenati ce li portiamo ancora dentro e ci conviviamo benissimo. Con altri meno, e è il problema delle future pandemie. Anche qui solo negli ultimi cento anni abbiamo scoperto gli antibiotici, ma anche i batteri si adattano (per mutazione casuale e selezione naturale, come il Covid per capirci). Probabilmente la prossima pandemia sarà batterica, e se i nuovi batteri resisteranno agli antibiotici saranno cavoli amari.

Da non sottovalutare neppure i dinosauri, spesso citati come se fossero una specie di passaggio in preparazione della venuta dell'uomo. I dinosauri hanno calpestato lo stesso pianeta dove viviamo noi per centosessanta milioni di anni. Pensateci bene: centosessanta milioni di anni. Una catastrofe, un asteroide, ha sterminato più del settanta per cento delle specie viventi, inclusi i dinosauri, ma senza quell'asteroide, del tutto casuale, non ci saremmo stati noi. Inoltre, tra l'ultimo dinosauro e il primo Homo sapiens sapete quanti anni sono passati? Ben sessantotto milioni di anni. Mentre la natura faceva stragi di ogni specie, una storia tempestata da catastrofi naturali di ogni tipo, senza le quali non ci sarebbero stati neppure gli ambientalisti.

In ogni caso, se dopo la lettura sintetica del libro di Gee (un Bignami dell'evoluzione della vita sulla Terra, purtroppo non il mio amato Nanni Bignami, per la storia dell'universo vi consiglio i suoi, di libri), potete sempre chiedere a padre Gustavo.

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