Addio al regista Francesco Nuti

Attore e regista di successo, Francesco Nuti è morto oggi dopo vari anni trascorsi a lottare prima contro la depressione e le sue drammatiche conseguenze

Addio al regista Francesco Nuti

Francesco Nuti, attore e regista di film di successo, toscano verace ma garbato, è morto oggi all'età di 68 anni dopo aver trascorso l'ultimo periodo della sua vita nella clinica Villa Verde di Roma dove era in cura.

Dagli esordi ai successi al botteghino

Nato nel 1955 a Narnali, frazione di Prato, inizia la sua carriera alternandosi tra il lavoro in fabbrica di giorno e gli spettacoli nei cabaret la sera. La svolta, dal punto di vista artistico, avviene alla fine degli anni ’70 quando, insieme ad Alessandro Benvenuti e Athina Cenci, forma il trio comico i Giancattivi che ottiene un gran successo in radio con la trasmissione Black Out e in tivù con Non stop. L’esordio al cinema con il film Ad ovest di Paperino, diretto da Benvenuti, segna l’abbandono di Nuti dal gruppo.

Da allora e per tutti gli anni ’80, per lui, i successi si susseguono di anno in anno. Con la regia di Maurizio Ponzi è protagonista di film come Madonna che silenzio c'è stasera, Son contento e Io, Chiara e lo Scuro con cui vince un David di Donatello e un Nastro d'Argento. Il suo secondo David come attore protagonista arriva nel 1985 con Casablanca, Casablanca, il primo film da regista, girato come sequel di Io, Chiara e lo Scuro dove il biliardo, la sua grande passione, fa da sfondo alla trama. Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 gira altre pellicole di successo come: Tutta colpa del paradiso, Stregati, Caruso Pascoski di padre polacco, Willy Signori e vengo da lontano e Donne con le gonne che incassa ben 24 miliardi. Nel 1988 partecipa anche al Festival di Sanremo con la canzone Sarà per te e quattro anni dopo canta insieme a Mietta il brano Lasciamoci respirare, composto da Biagio Antonacci.

I primi flop, il declino e la depressione

Il suo primo flop cinematografico, OcchioPinocchio, costato molto più del previsto e uscito nelle sale con un anno di ritardo, segna l’inizio del declino per Nuti. Le riprese del film erano state interrotte dal produttore, Vittorio Cecchi Gori, per gli elevati costi (più di 20 miliardi) e la pellicola viene ricordata solo per i bassi incassi (4 miliardi). Di difficile realizzazione è stato anche il film successivo, Il signor Quindicipalle, il terzo sul biliardo, dove la patner di Nuti è Sabrina Ferilli. Per portare a termine le riprese Nuti decide di iniziare uno sciopero della fame dopo essere stato licenziato perché ritenuto 'inaffidabile'. Gli ultimi due film come regista, Io amo Andrea e Caruso, zero in condotta, risalgono ai primi anni Duemila quando Nuti inizia ad avere già i primi problemi di alcolismo e depressione.

Gli ultimi anni di vita e la malattia

Nel 2002, all’età di 47 anni, rilascia una dichiarazione choc all’agenzia Adnkronos: “Se entro il 15 febbraio 2003 non riuscirò a fare uno dei film che ho scritto, volerò via. Sì, mi suiciderò perché è troppo duro ricevere solo rifiuti dai produttori, che con me si sono arricchiti, e non realizzare film”. Il tentato suicidio avviene alla fine di aprile del 2003 quando l’attore viene trovato in casa sua da un amico in stato confusionale prima di essere trasportato all’ospedale San Giacomo. "Sto male. Ho 48 anni e siccome ho una malattia, che è l'alcolismo e che sto ormai superando, non mi fanno più lavorare. Ma io sono stato un uomo d'oro del cinema italiano”, dirà poco dopo essere stato salvato.

Nel 2005 Nuti torna a recitare come protagonista nel film Concorso di colpa e sembra aver risolto i suoi problemi ma il 12 maggio 2006, intervistato da Giuseppe Cruciani a Radio 24, si capisce chiaramente che la realtà è un’altra. In quell’occasione ripete continuamente frasi senza senso e sbiascica le parole prima che Cruciani interrompa l’intervista. Nel settembre 2006, dopo un non ben specificato incidente domestico, entra in coma per un trauma cranico. Trascorre due anni ricoverato in ospedale per la riabilitazione ma l’uso della parola e delle gambe è perso per sempre. Matteo Norcini, nel 2009, scrive la sua biografia intitolata Francesco Nuti. La vera storia di un grande talento, mentre l’anno successivo al Festival di Roma viene presentato un documentario in suo onore. Lui, invece, scriverà la sua autobiografia Sono un bravo ragazzo, andata, caduta e ritorno nel 2011.Nello stesso anno Nuti torna in tivù, ospite di Stasera che sera!, programma di prima serata condotto da Barbara D’Urso che viene chiuso dopo le innumerevoli polemiche nate perché la sua malattia era stata spettacolarizzata.

Nel settembre 2013 rilascia un’intervista via mail al Corriere della Sera, in cui rivela di aver scritto una canzone con il fratello Giovanni, Olga tu mi fai morir che era stata rifiutata dal Festival di Sanremo e confessa: “Sono vissuto per almeno 10 anni con la febbre a quaranta, ora la febbre è passata. Ai giovani dico: ‘‘non bevetevi il cervello’’. E aggiunge: “Ho 57 anni, un po’ acciaccato e non parlo, ma capisco e vedo tutto, posso dire tutto con il mio comunicatore. Ho bisogno di gioventù intorno a me, ma anche la mia vecchia squadra sarebbe chiamata in prima linea”. Nel 2016 si scopre che il suo badante, di nazionalità georgiana, lo maltrattava e lo picchiava. La verità viene a galla quando Nuti scrive un biglietto con le parole: “Pericolo. Ho paura" e viene salvato anche grazie alla testimonianza del nuovo badante, un africano che, nel periodo di affiancamento, aveva visto i maltrattamenti subìti dal regista toscano.

Nel luglio 2017 la figlia, Ginevra Nuti, diventa maggiorenne e si offre di fargli da tutrice legale: "Francesco - dice in un’intervista al Corriere della Sera - è e sarà sempre il mio papà anche se non può più parlare, muovere le mani e camminare ed è giusto che mi occupi di lui”.

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