Erano le cinque del mattino, e avevo messo la sveglia per incontrarmi con un australiano, altrimenti impazzivo. Ma andiamo per ordine. Anzitutto se siete dei papà o dei nonni e avete una figlia tra i nove e i dodici anni e il nome Adopt me! è la vostra ossessione non leggete quello che sto per scrivere.
Ho appena discusso con la mia compagna, Maria Sole, perché sono diseducativo, e non solo per nostra figlia di nove anni Nina Lu ma anche per me stesso, andrò in bancarotta. Breve sintesi: Adopt me! è un gioco sulla piattaforma di videogiochi Roblox, una serie di mondi 3D giocato da tutti i bambini. Sta per raggiungere i 30 miliardi di accessi nel pianeta. Lo scopo del gioco è prendersi cura di pet, cioè di cuccioli di animali reali o fantastici, farli crescere, e scambiarli (treidarli, si dice tra noi giovani, da to trade) con altri giocatori per averne di altri di valore maggiore. Il valore del pet è dato dalla rarità (comune, raro, rarissimo, leggendario) e dal fatto che i creatori mettono in vendita nuovi pet a costi umani per un breve periodo di tempo, dopodiché sono introvabili a meno che non li compriate da un privato. Proprio così, c'è un commercio mondiale di pet virtuali, basta andare su ebay, di cui sono diventato un frequentatore virtuale. Non so neppure se sia legale o illegale, penso legale, ma non mi sono posto il problema, mica stiamo ammazzando qualcuno.
Mia mamma, cioè la nonna di mia figlia, a natale scorso le ha chiesto: «cosa vuoi per natale Lu?», e lei «vorrei un Bat Dragon». «Quanto costa?». Mia figlia, che mi chiama sempre per nome, perché è più intimo di papà, perché sono il suo migliore amico, perché ho 51 anni ma sono infantile, perché penso di essermi conquistato il diritto di essere infantile scrivendo opere fondamentali per l'umanità, mi dice: «Massi, quanto costa?». «Aspetta che vedo». Cerco su ebay. «Circa cento euro». Mia mamma, «Ok, ma cos'è?». Mia figlia: «Un pet leggendario». Io: «È anche fly ride». Mia mamma: «Un che? Cioè?». «Lo puoi cavalcare e vola». Mia mamma: «Non sarà pericoloso?». «No mamma è virtuale». «Cioè?». «Mamma glielo vuoi prendere?». «Se è quello che vuole sì». «Ok mamma, dai i soldi a me e faccio io».
Quando è arrivato il Bat Dragon leggendario mia mamma ha inforcato gli occhiali e mia figlia glielo ha mostrato sullo schermo dell'iPhone, girando felice dentro il mondo di Adopt me! «Ma dov'è il mio regalo?». «È questo nonna». «Cioè?». «Mamma, lascia stare, lei è felice del tuo regalo».
Il fatto è che ci sono i concorrenti, cioè altri bambini, le amiche di mia figlia, tra cui alcuni ricchissimi, tipo la figlia di un De Gambrinis, e io sono solo uno scrittore in cui quello che mi entra ogni mese è quello che mi esce (per i miei lettori, dopo venti anni di libri, sono un genio, per mia mamma «un coglione» perché non ho scritto best seller) ma sono ossessivo compulsivo e sono rimasto intrappolato più di lei.
«Lo sai che Juliette ha dieci, dodici leggendari?». «E tu?». «Io nove». «Dobbiamo superarla cazzo». «Ma no, Massi, non c'è bisogno». «Decido io di cosa c'è bisogno, sono tuo padre». Maria Sole, sua mamma, come mia mamma: «No, sei un coglione».
Sarò quello che sarò, ma io quando la mia compagna volle un figlio da me, che ero contrario alla procreazione (l'ho scritto in tutti i miei libri), la avvisai che o non l'avrei amato se era un deficiente, o non sarei stato un buon padre, come disse Freddie Mercury a Mary Austin, perché l'avrei amato a tal punto da dirgli sempre sì. Freddie Mercury non ha avuto figli, Mary l'ha fatto con un altro, Maria Sole l'ha voluto da me, pazza.
Il problema è che da me e Mary Austin Sole è nata l'amore della mia vita, love of life, come dice la canzone di Freddie, per cui c'era il problema dell'incontro con questo australiano, da cui segretamente avevo acquistato uno Shadow Dragon leggendario per 85 dollari australiani.
Dovete sapere che quando acquistate un pet su ebay non è che te lo mandano, dovete incontrarvi virtualmente dentro Adopt me! e l'australiano era online solo dalle due alle cinque del mattino, non riuscivo mai a farlo incontrare con mia figlia. Per cui mi sono fatto un account io e quando mi ha scritto sono entrato dentro Adopt me! e me lo sono fatto dare. Al mattino ho detto a mia figlia di entrare dentro Adopt me! e, con sua immensa sorpresa, ha trovato me con il mio avatar e le ho dato lo Shadow Dragon. «Non dovevi Massi, sei pazzo!» mi ha detto felice. «Juliette ce l'ha?». «No, questo non ce l'ha». Felice anche io. I genitori saranno ricchi ma saranno di quelli che ritengono diseducativi i videogame, vinco io.
Da quel giorno faccio ricerche da solo, mia figlia quando desidera un pet lo chiede a sua mamma che le dice no, a bassa voce per non farsi sentire, «sennò Massi poi lo cerca e lo compra».
Frequento tutti i bassi fondi di ebay. Incontro tizi di notte, decine di scambi di mail, cerco di trattare sul prezzo. Quando vedo che mia figlia è a corto di Roblox, la moneta virtuale che si usa lì dentro, gliene carico qualche centinaio senza che lei me lo chieda. «Non dirlo a mamma» le dico. «Massi, non dovevi». Lo so che non dovevo, ma nella mia vita ho fatto sempre quello che volevo, perfino una figlia più saggia di me, che amo alla follia. E ci sarà un motivo per cui si dice amare alla follia, non rompetemi più con l'educazione, per quello c'è la mamma.
Io sono come Freddie Mercury se avesse deciso di diventare padre. Ora vi lascio perché sto trattando con un cinese per una scimmia albina neon leggendaria che mia figlia deve assolutamente avere, voglio proprio vedere la faccia di Juliette.
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