Alice, le attrici e il rapper. Il "Cal" è uno spettacolo (nero)

Cast di colore con Naomi, la Nyong'o e Sean "Diddy" Combs: "È l'altra faccia del Paese delle Meraviglie"

Alice, le attrici e il rapper. Il "Cal" è uno spettacolo (nero)

nostro inviato a Londra

Charles Lutwidge Dodgson era, tra l'altro, un fotografo. E si capisce allora il legame che porta Alice dal Paese delle Meraviglie al prossimo calendario Pirelli. Già perché Charles in realtà era anche uno scrittore ed è dal romanzo di Lewis Carroll il suo pseudonimo diventato sinonimo di fantastico che è nata l'ispirazione di Tim Walker. Praticamente un collega. Dodgson-Carroll era anche un matematico, oltreché un reverendo, e già allora in pieno Ottocento si può dire che si occupasse di moda. Un po' a modo suo, invero: per ribellarsi all'austera epoca vittoriana, cominciò a ritrarre ragazzine che secondo i canoni di allora erano un po' troppo svestite. «Fu accusato perfino di pedofilia ricorda Walker , ma nessuno riuscì a provarlo. In realtà grande successo di Alice, ha provato che fosse un artista. Un grande artista». Lo dice, Tim, mentre giriamo a Londra nel set in cui si sta scattando il Cal 2018, che verrà presentato a novembre a New York. Un autentico show di moda (con una Naomi Campbell in formissima a 47 anni), cinema (il premio Oscar Lupita Nyong'o) e perfino musica rap. Perché ad un certo punto spunta a dare la sua benedizione Sean Diddy Combs, ovvero l'ex Puff Daddy, in occhialoni neri. Come il resto d'altronde: perché nel Cal di Tim Walker sono tutti neri.

Ecco insomma l'idea, spiegata dal 47enne fotografo inglese che ha legato il suo nome alle più belle copertine di Vogue: «Si tratta di fantasy e di non altro. Nessun messaggio: solo raccontare una storia come nessuno aveva mai fatto prima». Di sicuro: guardandosi intorno ci sono anche una drag queen (RuPaul), la modella albina (e avvocato) Thando Hopa e Duckie Thoth, modella australiana originaria del Sud Sudan che gira con un vestito di Alice che allunga ancor di più la sua altezza. E portando orgogliosamente il sederino (pur coperto) bene in vista: «È una parte del mio corpo di cui sono molto fiera» scherza ridendo. E allora ecco che in tutto questo caos allegro, Walker racconta che per rivoluzionari bisogna essere innovativi: «Il libro di Alice mi è sempre piaciuto, Pirelli mi ha dato questa possibilità e io dovevo trovare un lato diverso della storia. Amo i colori e il team che lavora con me: senza lo stylist Edward Enninful, senza Shona Heath, la set designer, i miei scatti non avrebbero valore. Carroll ci ha lasciato la sua immaginazione come eredità e noi per interpretarla abbiamo scelto persone di talento. E si, anche un rapper...».

Intorno intanto risaltano tonalità forti e l'uso di tessuti impegnativi come il velluto, perché rivela Shona Heat «volevamo colori istintivi, ne abbiamo perfino creati appositamente bruciando alcuni pezzi di velluto e seta per dare loro un'altra dimensione». Il risultato, ovviamente, è unico: il contrasto tra il nero filo logico dei personaggi e la varietà di colori di un racconto come quello di Alice che alla fine crea un Paese delle Meraviglie mai visto prima, formato Pirelli. «Questa è la mia risposta sul tema dell'eternità? conclude Walker -: me lo chiederò per sempre... In realtà questo Cal rappresenta per immagini il mistero della vita: è una fuga dalla realtà, salutare di questi tempi.

Pensate per esempio a medici e infermieri: per loro allontanarsi dal mondo è per esempio andare al cinema. Ecco: per me è riuscire a fare qualcosa mai fatto prima. E per tutti questo calendario potrà essere un momento di pausa». Visto i protagonisti, sicuramente uno spettacolo.

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