Antonio Ricci senza freni: "Io? Sono misantropo, misogino e omofobo"

Lunghissima intervista di Antonio Ricci per il Corriere della sera: l'autore di Striscia la notizia va a ruota libera su Pippo Baudo e fa un quadro di sé non autocelebrativo

Antonio Ricci senza freni: "Io? Sono misantropo, misogino e omofobo"

Antonio Ricci è il Deus ex machina di Striscia la notizia. Autore visionario, da oltre trent'anni è alla guida del telegiornale satirico di Striscia la notizia con grandissimo successo. È noto non essere un amante delle mezze misure, non conosce diplomazia e non ha paura della verità. Nel corso dei decenni con il suo programma ha preso di mira i più grandi e ha condotto importanti inchieste giornalistiche sempre sul filo della leggerezza, anche quando si vanno a toccare argomenti delicati. Raramente rilascia interviste, ma quando lo fa sono l'emblema dell'imprevidibilità e ogni risposta è un punto a suo favore. L'ultima l'ha rilasciata al Corriere della sera, a firma di Alzo Cazzullo, ed è un lungo excursus della tv e della società italiana visto con disincanto.

Ha iniziato il suo racconto dalla prigionia del nonno e del padre, rispettivamente durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, per poi passare al suo ingresso in Rai grazie a Beppe Grillo, conosciuto da giovanissimo, durante la sua breve carriera da calciatore non professionista come riserva nell'Albenga. Con Grillo hanno dato vita a Te la do io l'America, show del comico genovese per Rai1 del 1981. Una lunga carriera in Rai fino al passaggio in Mediaset con Drive In, primo programma del Biscione a portare il suo nome. Era il 1983 e con quella trasmissone Antonio Ricci ha rivoluzionato la televisione italiana. Durante i suoi show, in Rai e in Mediaset, in quaità di autore ha preso di mira tantissimi personaggi di grandissimo calibro, primo fra tutti Pippo Baudo: "Era un uomo potentissimo. Il vero e malvagio segretario della DC. È notorio che baudo sputasse in faccia ai collaboratori che secondo lui sbagliavano".

Durante l'intervista, Antonio Ricci ha dipinto un quadro non certo lusinghiero della colonna della televisione italiana, ricordando il clima di diarchia che vigeva in quegli anni: "Sul primo canale Pippo, democristiano; sul secondo Renzo Arbore, socialista". Le differenze tra i due sono abissali e lo stesso Ricci le riassume benissimo con poche parole: "Baudo già a 40 anni era ritenuto un vecchio arnese, Arbore a 84 anni è ritenuto un giovanotto". Secondo Ricci, Baudo ha sempre sofferto la competizione con Arbore: "Per anni ha pensato che Arbore non esistesse, ma fosse una sottomarca di avatar, inventato da una camarilla di radical chic al solo scopo di denigrarlo". Antonio Ricci ne ha per tutti, da Achille Lauro, che considera solamente un prodotto di marketing, a Claudio Baglioni, del quale racconta che Lucio Dalla lo aveva soprannominato "la suora". Fa un passaggio anche sul "caso Botteri", che secondo lui è stato montato ad arte partendo da una fake news: "Gran parte della sedicente intellighenzia di questo Paese si è formata a una scuola che ha sempre privilegiato i commenti rispetto alla lettura delle opere: le opinioni senza tener conto dei fatti".

Del politicamente scorretto e della sincerità, Antonio Ricci ha fatto la sua battaglia, ammettendo candidamente di provare da anni a farsi odiare, ma senza buoni risultati: "Nonostante i miei sforzi sono amatissimo e stimatissimo. Ma è una bella libertà non avere l'obbligo di piacere né di piacermi". Non si fa un cruccio di essere inviso ma, anzi, sembra ne abbia fatto una medaglia da appuntare al petto: "Non ho problemi con l'odio. Sono misantropo, misogino e omofobo. Molto sospettoso su tutti i generi umani, anche quelli futuri; perché l'idiozia è democratica e trasversale". Di solito, durante le interviste si tende a evitare gli ostacoli e le domande pungenti dei giornalisti. Antonio Ricci non solo non le evita, ma se le chiama e travogle gli ostacoli con impeto, dando volutamente di sé un quadro non lusinghiero: "A volte ho rigurgiti di uno snobismo vomitevole, del quale mi vergogno. Non farei questo lavoro senza un pessimismo cosmico ma, essendo bipolare, cerco di vedere il bicchiere mezzo pieno; per cui ho anche sbronze di ottimismo. Cerco di far divertire ma senza dimenticare che le risate in trasmissione sono finte".

Il disincanto e il realismo spicciolo di Antonio Ricci sono la chiave di lettura della sua Striscia la notizia. "Spero di reincarnarmi. In una piattola, per continuare a stare sui coglioni", ha risposto l'autore quando il giornalista gli ha chiesto come si immagina l'Aldilà, nel quale Ricci sembra non credere troppo. Non crede in Dio, ma nemmeno in se stesso per sua ammissione: "Se c'è un Dio misericordioso, come il suo ufficio stampa ama presentarlo, quando mi vedrà mi accoglierà come un figlio. In fondo Striscia non ha fatto al prossimo che del bene".

sono tantissimi i nemici che si è fatto in tanti anni di Striscia la notizia e, dalle sue parole, sembra che Antonio Ricci non rinneghi nulla del suo passato: "In quest' vent'anno sono riuscito a fare tante cose belle e vista l'età, con tutte le cause giudiziarie ancora aperte, tra un po' non potranno neppure mettermi al gabbio, alla faccia di Palamara. De enfantprodige a vecchio malvissuto senza passare per la maturità. E non mi si sono ancora chiuse le fontanelle".

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