Il "baule dei misteri" di Verdi conteso tra Parma e Piacenza

Il "baule dei misteri" di Verdi conteso tra Parma e Piacenza

Una piccola guerra verdiana, tra Parma e Piacenza, ora approda anche in Parlamento con una interrogazione. L'oggetto del contendere? Il cosiddetto «baule dei misteri». Si tratta di un baule da viaggio, costruito a Chicago dalla Marshall Field and Company a fine '800, e sempre rimasto nella villa del Maestro a Villanova sull'Arda (Piacenza) e - come Villa Sant'Agata - passato in eredità alla famiglia Carrara-Verdi. Ma a destare interesse sono state le carte al suo interno, rimaste a lungo poco note. Circa 2700 fogli divisi in 17 cartelle. Di queste, 16 fanno riferimento a specifiche opere, mentre una è di abbozzi di composizione. Un materiale che racconta il background di 70 anni di produzione verdiana. Che cosa volesse farne Verdi di quegli appunti lo dice un foglio contenuto nel baule: «Abbruciate tutte queste carte!».

Ovvio che questa volontà, col senno - musicologico, storico e filologico - del poi non sia da rispettare. Gli eredi avevano iniziato una pubblicazione parziale poi interrotta. Comunque nel gennaio di quest'anno c'è stata la svolta: è intervenuto il Mibact. È stato stretto un accordo consensuale tra il ministero dei Beni Culturali e gli eredi per portare le carte all'archivio di Parma, catalogarle, se del caso restaurarle, eventualmente digitalizzarle. Il trasferimento a Parma avrebbe dovuto essere però temporaneo, secondo gli eredi. Ed è qui che è scoppiata la bagarre. Perché come spiega al Giornale Angiolo Carrara Verdi gli eredi non pare ne abbiamo più avuto notizia. «Sono stato io a consegnare le carte al personale del ministero. Dovevano semplicemente valutarle, ma ora non rispondono a nessuna delle nostre sollecitazioni. Ho anche consultato i miei legali. È chiaro che le carte devono tornare a Villa Verdi». Gli eredi avrebbero dei dubbi anche sulla liceità della digitalizzazione prospettata dal Mibact: «Sono carte private, per decidere della digitalizzazione devono quantomeno consultarci».

Nel frattempo sulla vicenda si è mossa anche la politica. Per il ritorno a Villa Verdi si è espresso anche il sindaco di Villanova sull'Arda, Romano Freddi. Ma la questione è diventata nazionale. L'11 luglio ha presentato un'interpellanza in Senato, rivolta al Ministro dei beni e delle attività culturali, Carlo Giovanardi. Secondo Giovanardi: «Essendo gli archivi di Stato ordinati per competenza territoriale sulla base dei territori delineati ai fini delle Province amministrative, appare incongruo che tale materiale sia stato inviato all'archivio di Stato di Parma anziché a quello di Piacenza». Giovanardi ha chiesto quindi che il ministero intervenga. Dopo che il caso è stato raccontato dal giornale della Banca di Piacenza, BANCAflash, sulla stessa linea si sono mossi anche due consiglieri comunali piacentini, Antonio Levoni e Giampaolo Ultori, i quali hanno sollevato il caso in Comune: «Il preziosissimo materiale è trasmigrato dalla terra piacentina (scelta dal maestro) in terra parmense (scelta della burocrazia ministeriale), nell'incuria di Piacenza».

E ora del caso si sta occupando l'assessore alla cultura del comune Massimo Polledri. Come andrà a finire? Comunque vada, o a Parma o a Piacenza qualcuno potrà cantare il verdiano: «Deh, non parlare al misero/ del suo perduto bene...».

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