Bianca Atzei: "La mia positività al coronavirus? Resta un mistero"

La cantante di origini sarde è pronta a tornare a lavoro e sogna il giorno in cui potrà risalire sul palco e cantare con i suoi fan

Bianca Atzei: "La mia positività al coronavirus? Resta un mistero"

Look nuovo e "bomba in arrivo". Bianca Atzei è tornata a lavoro più grintosa che mai. La musica, suo grande amore, sta passando uno dei momenti più bui della storia. L’emergenza da coronavirus ha messo k.o. il mondo dello spettacolo, fatto di assembramenti di pubblico e divertimento. Anche la cantante aspetta con trepidazione il momento in cui potrà tornare sul palco a cantare con i suoi fan. Ma nel frattempo non sta certo con le mani in mano e con un’energia travolgente ha raccontato il periodo della sua ripartenza a ilGiornale.it.

Ciao Bianca come stai? Che facevi prima della telefonata?

"Sto molto bene, grazie. Stavo facendo con il mio fidanzato (la Iena Stefano Corti, ndr) un lavoro sui social. Son contenta, perché vedi in qualche modo le ripresa in tutto, compreso in quel settore. Anche se si cerca ancora di stare il più possibile a casa. Le abitudini sono rimaste quelle della quarantena. Esco per esigenze di lavoro, per portare il cane fuori e fare la spesa".

Bianca, su Instagram ti abbiamo già visto a lavoro. Nella foto avevi le cuffie, eri chiaramente in uno studio di registrazione e hai annunciato l’arrivo di una novità. C’è un grosso progetto in ballo?

"Sì. È un progetto dove mi sono inserita. Ora ne faccio parte e sono molto contenta di questo. Ma non ti posso ancora svelare un granché…"

Quanto tempo devono ancora aspettare i tuoi fan per sapere qualcosa in più?

"Poco. Il brano uscirà a momenti. Intanto ho cambiato look. Sono tornata ai vecchi tempi in cui avevo i capelli più chiari. Questo progetto consentiva di sbizzarrirmi un po’ e l’ho fatto. Amo giocare con i capelli. Ogni tanto ho bisogno di variare qualcosa di me e questo era uno di quei periodi".

L’unica costante della tua vita è la musica…

"Sì. Ti posso dire che la musica ha fatto parte della mia vita sempre, anche in quarantena. Ho cercato di stare vicino alle persone che mi seguono con delle dirette. Ne ho fatte poche, perché l’umore oscillava, non era sempre al massimo. Ma quando facevo le dirette mi sembrava di stare sul palco con tutti loro".

Il governo ha annunciato che non ci saranno concerti quest’estate. Come l’hai presa?

"L’ho presa abbastanza male, penso come tutti. Stare sul palco per me è la vita, la gioia più grande. Io faccio i concerti in piazza. Quindi i miei non sono stati solamente posticipati, non esisteranno. Ho perso un tour e per me è disarmante, visto che aspetto un anno per farlo. Ora si possono fare i concerti con mille persone, in piazze che ne contengono 10mila. Non è fattibile. Spero si sblocchi qualcosa".

Pensi che la politica abbia fatto abbastanza per i lavoratori dello spettacolo?

"Ne abbiamo parlato molto tra noi addetti e siamo tanti. Quando si parla di arte, si dice sia importantissima, ma non è stata veramente presa in considerazione. Sicuramente non è una questione facile, perché quando si parla di spettacolo, si parla di assembramento, di persone che sono unite per divertirsi".

Ti immagini mai il momento in cui potrai tornare tra il tuo pubblico?

"Sì. Sarà emozionante come sempre. Per il resto non lo so, mi lascio la sorpresa".

Sono contenta di sentirti attiva. Solo poche settimane fa, hai detto di aver avuto il coronavirus e ci hai fatto spaventare...

"Lo ha detto per primo il mio fidanzato, scherzando, perché diceva: 'Come è possibile che io sia negativo e tu abbia gli anticorpi'. In realtà abbiamo fatto il prelievo dal dito e il mio test è risultato positivo ma debolmente. Poi ho fatto gli esami del sangue che sono usciti negativi".

Quindi non è certo?

"Esatto. Per essere positivo, nel sangue dovrebbe esserci un certo numero di anticorpi. Fino a un valore di 1,4 sei negativo, superato questa cifra sei positivo. Io ho 0,85, quindi sono negativa. Se hai altri problemi al sistema immunitario, i risultati potrebbero uscire un po’ alterati. Devo fare altre analisi del sangue la prossima settimana per escludere del tutto. Io ricordo di aver avuto un’influenza bruttissima a dicembre e di aver avuto dei sintomi del coronavirus. Ma all’epoca non si sapeva nulla. Ora infatti è risultato positivo debolmente. Comunque io, da un lato, avrei voluto avere sicuramente gli anticorpi… della serie ho superato il virus indenne".

Non hai avuto paura, per te, per Stefano e i tuoi cari? Specie quando hai letto i primi risultati?

"Per Stefano ho pensato che avesse la pellaccia dura. Stiamo sempre insieme quindi ci ha fatto molto strano che uno fosse negativo e l'altra lo avesse superato. Ma non ho avuto paura e non ho paura. Sono paranoica su tante cose, ma su questa no. Meglio così, perché già uno va in down perché si è ritrovato in una situazione molto difficile: eravamo obbligati a stare in casa senza poter far nulla. Io mi sono adattata molto, mi ha ricordato la mia esperienza sull’Isola dei Famosi".

In cosa le due esperienze ti sono sembrate simili?

"Erano due contesti diversi. Ma sicuramente in entrambi il tuo quotidiano non esiste più e le tue abitudini devono cambiare. Perdi degli stimoli, non hai più i pensieri che hai durante il giorno. Diciamo che ne hai uno unico".

Però in questa quarantena avevi anche la compagnia di Mela, la tua cagnolina…

"Sì. Avere lei è stato importante. Ma non solo durante l’isolamento. Come la musica, un cane ti aiuta sempre, sia quando sei felice, sia quando stai male. Ti aiuta a superare dei momenti. L’affetto che riescono a darti è stata per me una cura. In questa quarantena, sapevo di dover badare a qualcuno prima che a me stessa. Per dirti, do prima da mangiare a lei e poi mangio io".

Tornando al virus… Come mai, anche se non avete avuto sintomi, tu e Stefano siete andati a fare il test?

"Penso che sia doveroso e giusto farlo. Ci sono molti casi positivi che non hanno riscontrato nessun sintomo. Se fosse stato il nostro caso, ci saremmo messi in quarantena senza mai uscire. Era un messaggio che volevamo dare.

Anche quando sono andata a fare le seconde analisi, non l’ho fatto tanto per escludere o sapere se avessi avuto il virus, ma per donare eventualmente il plasma. Se avessi rispettato tutti i requisiti, lo avrei fatto assolutamente".

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