"Il mondo dello spettacolo mi ha insegnato a comunicare". Marco Bellavia, 56 anni, volto storico di Bim bum bam, in questa lunga intervista, ripercorre la sua carriera artistica e ci rivela com'è cambiata la sua vita dopo aver smesso di lavorare come conduttore.
Come e perché ha iniziato a fare televisione?
“Ho iniziato a 14 anni a fare le prime pubblicità in televisione. Mi ha scoperto per caso una persona che lavorava nel mondo degli spot e il primo che ho girato era per il Latte Sole. Poi ho lasciato il mio nome e mi hanno chiamato anche altre volte. Finito il liceo, un mio amico fotografo ha realizzato il primo book e l'ho portato nelle varie agenzie e pian piano ho iniziato a fare il fotomodello”.
Qual è il suo ricordo più bello degli anni di Bim Bum Bam?
“Ho tantissimi bei ricordi di 11 anni di Bim Bum Bam. Uno di questi è la realizzazione di una sit-com, La pattuglia della neve, girata in Trentino a Fai della Paganella. Quella è stata una delle cose più belle perché la sceneggiatura e il copione li avevo scritti io. Poi, noi colleghi abbiamo passato una settimana tutti insieme sulla neve ed è stato molto divertente”.
Qual è il suo cartone animato preferito?
“Ovviamente Kiss me Licia”.
A tal proposito, lei e Cristina D'Avena siete rimasti amici?
“Dei tempi passati è l'unica persona che sento ancora, magari non spesso però capita che periodicamente ci scambiamo dei messaggi perché ci vogliamo veramente molto bene da 35 anni. Lei è stata davvero una musa ispiratrice. Se non lei esistesse, non esisterebbero nemmeno tanti altri personaggi che hanno ruotato attorno alla sua carriera. Abbiamo sempre avuto un forte legame”.
Cosa pensa della tivù per ragazzi di oggi?
“Cosa devo pensare? Non esiste... Fammi il nome di un programma della tivù dei ragazzi? Non c'è”.
È lei che ha abbandonato la tivù o la tivù che si è dimenticata di lei?
“Dopo tanti anni mi sono convinto che sia stato un allontanamento reciproco. Io non andavo più tanto d'accordo con la televisione e, poi, man mano è cambiata e, quindi, reciprocamente ci siamo lasciati. Io, poi, negli ultimi anni ho anche smesso di lavorare bene perché non mi trovavo più a mio agio. Artisticamente non ero più molto bravo, forse avevo perso le motivazioni”.
Come si passa dal mondo dello spettacolo a quella della comunicazione per poi arrivare a fare il mental coach?
“Noi abbiamo parlato a milioni di bambini per tanti anni. Abbiamo usufruito dell'insegnamento dei nostri 'superiori'. Una volta imparato a come rivolgersi ai bambini il resto viene naturale. Avendo fatto anche l'autore, la comunicazione è entrata a far parte del mio know-how. Il mental coach, invece, è un mestiere molto originale e con le nuove tecnologie è davvero interessante. Già negli anni '90 avevo iniziato a frequentare alcuni corsi che mi hanno portato a interessarmi di questi temi. Quando ho lasciato la carriera televisiva, ho ripreso a dedicarmi al mental coach. Mettevo in pratica quel che imparavo con i corsi e mi sentivo bene. Negli ultimi 8-10 anni ho iniziato a scrivere un libro sui miei ultimi 35 anni di lavoro su me stesso. Ora ho deciso di aiutare le persone come mentalcoach 4.0 e a breve uscirà anche questo libro”.
Tornerebbe a fare televisione?
“Indubbiamente sì perché comunque mi piace. Non rifiuto l'ambiente televisivo di per sé, questo mestiere mi potrebbe dare ancora grandi soddisfazioni. L'unico problema è che non mi ritrovo più in questa televisione e non ci sono più spazi nei quali potrei andare a inserirmi. Ho chiesto di partecipare a qualche reality come il Grande Fratello Vip o l'Isola dei famosi, per rinverdire la popolarità ma non mi hanno mai preso”.
Perché si era avvicinato al M5S?
“Non mi sono avvicinato al M5S, ma non nego che all'inizio mi sia stato molto simpatico. Almeno finché è stato il Movimento che prometteva di aiutare le persone concretamente e, per un po' di tempo, è andato molto bene. Poi si è mischiato con la politica classica, prima la Lega e poi il Pd, e ha partecipato alle varie lotte di potere ed è finito il M5S. Ormai non ha più un senso”.
Lei si è mai candidato?
“Sì, mi sono candidato alle Regionali del 2005 con una lista civica, mentre anni dopo sono stato virtualmente candidato a sindaco di Milano per una settimana. Mi hanno usato come 'cavallo di Troia' per fini politici”.
Oggi in chi si riconosce politicamente?
“In nessuno. Ormai ognuno pensa per sé e nessuno pensa ai cittadini. I partiti così sono obsoleti. La politica, in Italia, non esiste più. Ormai, molte scelte sono imposte dall'alto. Forse da Bruxelles”.
Draghi le piace?
“Meglio lui di tanti altri che ci sono stati. Diciamo che lui ha preso in mano le redini e che ci sta portando fuori dai casini. Percepisco questo”.
E di Conte cosa ne pensa?
“Conte, purtroppo, ha fatto parte di quella storia del M5S in cui non mi riconosco più. Mi sono riconosciuto solo nella prima fase. Ma, poi, non voglio neppure giudicarlo perché, che sia stato bravo oppure no, lo si associa subito al Covid e, quindi, per la legge transitiva è meglio scordarlo”.
A tal proposito, ha avuto paura del Covid?
“Io l'ho avuto un anno fa, per fortuna in forma leggerissima. Ho passato venti giorni in gabbia. È stato un periodo pazzesco perché quando eravamo in lockdown un minimo di passeggiate si potevano fare, almeno per fare la spesa”.
Come ha trascorso il lockdown?
“Sinceramente come tutti, terrorizzato. Poi per alleggerire la tensione mi sono inventato 188 puntate di Bimb Bum Bam live per due ore al giorno. Questo ha aiutato me e chi mi ha seguito a trascorrere il periodo devastante ”.
Lei è vaccinato?
“Ho fatto entrambe le dosi di vaccino anche se inizialmente non ero molto convinto”.
Il suo più grande rimpianto?
“Ho vissuto una vita divertentissima e serena. Certo, mi è dispiaciuto cambiar mestiere e non essere diventato come Bonolis, ma di Bonolis ce n'è uno e tutti gli altri son nessuno... Forse l'unico rimpianto è di aver parlato troppo in alcune interviste”.
La sua più grande paura?
“Insegno alle persone a non aver paura perché la paura non esiste. È una sensazione che si ha soltanto se si pensa a un qualcosa che forse potrebbe accadere in futuro. Se si vive nel 'qui e ora', la paura non esiste”.
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