Cafoni e cellulari, Boldi a De Sica: "Il problema è un altro"

Massimo Boldi prende le parti del collega e si dice preoccupato dai social: "Si vive attaccati allo smartphone in un rapporto di totale dipendenza". Il termine cafoni? "Non c'entra nulla coi vecchi film"

Cafoni e cellulari, Boldi a De Sica: "Il problema è un altro"

Massimo Boldi si schiera dalla parte dello storico amico e collega Christian De Sica, che in queste ultime ore è finito al centro delle polemiche per essersi lasciato andare a un duro sfogo nei confronti di coloro che, vivendo letteralemente di social, trascorrono ormai tutta la vita sulle varie piattaforme, commentando di continuo e arrivando a postare contenuti tutti uguali al solo scopo di apparire.

Pericolosa la china che sta prendendo la società, ha voluto dire l'attore e comico romano. Spaventa questo spasmodico desiderio di alcuni di mettersi in mostra. "Ma certe persone non si so rotte le palle di pubblicare quello che mangiano, mentre ballano abbracciati e poi si odiano, le panoramiche delle discoteche tutte uguali, i tuffi dai motoscafi di lusso comprati facendo i tuffi?", attaca Christian De Sica. "E basta. Ma possibile essere diventati così cafoni?".

Apriti cielo. Se da un lato in molti si sono trovati d'accordo con l'attore, dall'altro non sono mancate le critiche, specie per la scelta del termine "cafone".

A prendere le parti del collega è adesso Massimo Boldi, che analizza la società attuale, troppo legata allo smartphone. Uno strumento incredibile, ma che per certi versi, in alcune persone, ha provocato una vera e propria mania. "Si vive attaccati allo smartphone in un rapporto di totale dipendenza. Tutto il resto viene di conseguenza: i selfie ogni piè sospinto, le foto postate di tutto ciò che si fa. Su questo De Sica ha ragione", afferma l'attore, come riportato da AdnKronos."Io credo, però, che a ben guardare dipenda da ciò che sta a monte: la dipendenza da una vita 'collegata' a tutto ciò che sta fuori, nello spazio di un cellulare. Basta essere a tavola con un adolescente per capirlo o in spiaggia, ovunque, e provare vera preoccupazione".

I timori ci stanno tutti. Alcuni soggetti sono ormai completamente scollegati dalla realtà, troppo impegnati a fissare in maniera ossessiva il cellulare per potersi accorgere di ciò che hanno attorno. "I social sono un gran pasticcio", aggiunge Boldi. "Non si capisce chi lo usa per lavoro, chi per gioco, chi per essere uno spaccone. Destreggiarsi non è facile. Ed è un vero e proprio virus che ci ha cambiato la vita, mettendoci nelle condizioni di una dipendenza che va vinta".

Il termine cafoni? Non c'entra

nulla con i cinepanettoni di un tempo. In quel caso, spiega Boldi, "i film con i ricchi cafoni erano film che fotografavano un momento della società e rallegravano la gente".

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