Il Bosco Verticale svetta sui grattacieli del mondo

Le torri di Milano progettate dallo Studio Boeri premiate anche a Chicago: sono le più belle. Batutto il nuovo World Trade Center di New York

Il Bosco Verticale svetta sui grattacieli del mondo

I l Bosco Verticale ce l'ha fatta. Sbaragliando la concorrenza durissima dell'One World Trade Center di New York, l'edificio progettato dallo Studio Boeri ha vinto il Council on Tall Buildings and Urban Habitat, assegnato ogni anno al grattacielo più bello del mondo dall'Illinois Institute of Technology. La notizia rimbalza dalla notte di Chicago a Milano, accompagnata dalle prime parole di Stefano Boeri: «Dopo il premio internazionale di Francoforte del 2014, il riconoscimento planetario del CTBUH di Chicago è la conferma che il Bosco Verticale è diventato una icona dell'architettura internazionale contemporanea. Sono felice per Milano, che ha oggi un simbolo del suo rilancio e per la cultura e l'architettura italiana, che confermano un momento di grande innovazione». Questa la dichiarazione a caldo dell'architetto milanese, che vede premiato l'esito più innovativo e visionario della riqualificazione di Porta Nuova. «Il Bosco Verticale è un esempio unico nell'utilizzo del verde in altezza e in proporzione. La facciata vivente dell'edificio, che incorpora numerosi alberi e oltre 90 specie di piante, svolge il ruolo di interfaccia attiva per l'ambiente circostante. Ciò che rende l'idea eccezionale è l'azione delle piante, che agiscono come estensione della copertura esterna dell'edificio», si legge nella motivazione con cui è stato assegnato il premio.Salutato inizialmente con un po' di scetticismo da quei milanesi che ritenevano l'idea visionaria di Boeri troppo ambiziosa, il Bosco Verticale ha di fatto finito per incarnare nell'ultimo anno il boom di Milano, diventando l'icona postmoderna più poetica e green. Svanite nel nulla le leggende urbane che parlavano di improbabili correnti d'aria o favoleggiavano di costi faraonici di manutenzione del verde, resta la forza di un'intuizione progettuale straordinaria, che ha generato nelle scorse settimane a Losanna il lancio di un progetto gemello, e che viene guardata oggi come un modello in Cina e a Singapore, terre promesse dell'architettura che non conosce vincoli formali e funzionali. Complesso anzitutto dal punto di vista strutturale e realizzativo, in ragione della distribuzione irregolare dei balconi ornamentali che ne fanno una parete di giardini pensili, il Bosco Verticale lavora come un vero polmone verde, riducendo il biossido di carbonio e pompando ossigeno nell'aria di Porta Nuova. E la sua cortina verde protegge non solo da rumore e polveri, ma anche e soprattutto dall'irradiazione diretta del sole d'estate, diventando una brillante soluzione ecologica contro gli effetti del riscaldamento globale. D'inverno invece il manto verde ridotto fa filtrare luce e calore, riducendo i consumi. L'estensione ornamentale delle piante diventa dunque fondamentale dal punto di vista funzionale, e trasforma l'edificio in organismo vivente, in cui non solo l'aspetto estetico ma anche l'equilibrio dell'ecosistema segue il ritmo delle stagioni.E pensare che proprio l'impegno nel cantiere di Porta Nuova è costato a Boeri la vittoria delle primarie della sinistra del 2011, impedendogli di correre invece di Giuliano Pisapia per la poltrona di sindaco di Milano. I consensi planetari del Bosco Verticale, culminati nei premi di Francoforte e Chicago, dimostrano invece che la forza del grattacielo di Boeri sta proprio nel saper immaginare nuove sfide per l'architettura sul fronte della sostenibilità ambientale. Il che significa mettere a disposizione della progettazione anche saperi nuovi. A selezionare le specie arboree sono state infatti due agronome, che hanno individuato piante adatte per resistenza al vento e manutenzione contenuta. Estremamente spettacolari sono le evoluzioni dei «giardinieri volanti» che si occupano della cura del verde, e somigliano a sestogradisti con il pollice verde. Le loro operazioni sono diventate il soggetto di un documentario che sta facendo il giro dei festival di architettura.

Se utilizzo di fotovoltaico ed energia eolica, così come le soluzioni adottate per lo sfruttamento dell'acqua di falda ai fini dell'irrigazione fanno del Bosco Verticale un edificio ad altissimo contenuto di tecnologia, è però il lato umano, consistente nella capacità di mettere in gioco idee e professionalità non convenzionali, a fare della creazione del Boeri Studio l'incarnazione della nuova fioritura di Milano: un'icona così affascinante da riuscire a svincolare per una volta il nostro Paese dall'immagine - quella sì poco sostenibile - di una bellezza sempre e solo proiettata al passato.

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