È l’autunno di Brad. Il fascinoso eterno fidanzato di Angelina Jolie, Brad Pitt, torna sugli scudi con le prime foglie: impossibile non notarlo nello spot che reclamizza il celeberrimo profumo di Chanel, N° 5, mentre con la stessa voce roca e stanca usata apposta in questo consumato registro da celebrità, come nel film di Terrence Malick “L’albero della vita”, sibila frasi suadenti. D’accordo, tutto fa schifo e la vita è una roulette russa,ma poi c’è questo “profumo da donna che sa di donna”, per dirla con Coco Chanel, che inventò l’essenza amata anche da Marilyn Monroe. Solo che Brad è la prima icona maschile che il mercato del lusso usa per persuadere le masse: era dal 1921 che ciò non accadeva. Peccato che gli italiani debbano beccarsi lo spot in tv neanche tradotto nella nobile lingua di Dante, ma sottotitolato come accade al cinema delle versioni originali doc. D’altronde, il regista stavolta è Joe Wright, stesso autore di “Anna Karenina”, il kolossal cineletterario con Keira Knightley in arrivo sugli schermi. Come non bastasse tale piccolo scalpore marchettaro, ecco il Pitt che non ti aspetti: quello che fa endorsement per la droga. Avevamo appena registrato la dichiarazione d’amore di Oliver Stone per marijuana&Co nel suo “Le belve” e adesso Brad produce, presenta e promuove un docufilm sulla liberalizzazione necessaria della droga: si tratta di “The House I live in”, firmato dal regista Eugene Jarecki. “Lo Stato americano sbaglia a trattare i drogati come delinquenti, anziché come malati”, ha dichiarato il bel Brad alla stampa, al lancio americano del docufilm. D’altronde, non è un mistero che “Mr.Smith” abbia fatto e faccia uso di marijuana&Co.,come ha più volte ammesso in numerose interviste, a partire dal 2001.Poi, c’è la questione del trapianto di fegato della compagna Jolie: troppa eroina, forse. Va da sé che, nella coppia Brangelina, la “roba” non è un problema. “Negli ultimi quarant’anni, gli Stati Uniti hanno speso cifre enormi per fare la lotta alla droga. Sono morte molte persone e ancora se ne parla come fosse stato un successo”, ha aggiunto l’attore, a proposito del docufilm da lui prodotto. Ma non è finita qui, l’offensiva d’autunno del bello&cattivo: la star 48enne sarà in sala dal 18, con “Cogan”, sottotitolo: “Killing them softly”, ovvero: “Ucciderli dolcemente”. Chi non ricorda la celebre canzone, che ora diventa filosofia di vita del killer Brad-Cogan, uno che uccide per professione e sa che “è necessario”? La filosofia di Cogan, il pensatore-sicario, prevede di portare la vittima prima a bere qualcosina, e dopo, una volta rilassata,ammazzarla “softly”, dolcemente. “L’America è una comunità? Non farmi ridere, in America siamo tutti soli. L’America è business.
E adesso, datemi i miei soldi”, sentenzia l’ammazzasette, mentre in tv Obama fa un discorso e Richard Jenkins, il tipo che l’ha assoldato, dimostra d’avere il braccino corto. Anche i gangster vivono la crisi, è evidente.
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