C'è solo un motivo per andare su Twitter. Godersi gli aforismi di Edoardo Boncinelli

Il genetista è un genio a tutto tondo. E, a 80 anni suonati, il più moderno

C'è solo un motivo per andare su Twitter. Godersi gli aforismi di Edoardo Boncinelli
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Chi di voi è su Twitter? Io sì, purtroppo, perché per uno scrittore è utile starci, ma anche per giornalisti, politici, cantanti, attori, comici, fumettisti e Lucarelli selvagge. In generale è un gran pollaio dove chi è seguito twitta e chi non è seguito retwitta o insulta chi è seguito per sentire di esistere anche lui. In generale il numero di follower di chi ha successo su Twitter è inversamente proporzionale al numero di neuroni (vale un po' per tutti i social), è anche per questo che hanno successo gli influencer: sono leggermente meno stupidi di chi influenzano e sappiamo che l'umanità, in generale, non brilla per intelligenza.

Tuttavia c'è un'eccezione, un eroe, il vero motivo per cui farvi un account Twitter: Edoardo Boncinelli. Boncinelli, per gli amici Dado, non è solo uno dei nostri scienziati più importanti, un genetista che ha scoperto i geni che controllano il corretto sviluppo corporeo umano, ma anche un genio a tutto tondo: fisico, filosofo (odiato dai filosofi, specialmente dopo il bellissimo La crisalide e la farfalla, edito da Cortina Editore, dove la crisalide è la filosofia e la farfalla la scienza: Vattimo, Agamben e Cacciari vari si rassegnino a essere pezzi da museo), divulgatore sublime e di rara simpatia e perfino poeta.

Non poteva quindi non utilizzare Twitter che in modo geniale, usandolo come un blocco per appunti di aforismi fantastici. A tal punto che direi che è il primo libro scritto su Twitter, ed è un capolavoro. Dado si sveglia la mattina, in genere prestissimo, e twitta meravigliosi aforismi. Se fosse vissuto nel Settecento, La Rochefoucauld scansati, se fosse vissuto nell'Ottocento, sarebbe stato amico di Darwin (magari facendogli conoscere Mendel, primo genetista, evitando di farlo cadere nell'errore dell'ereditarietà dei caratteri acquisiti, o forse sarebbe stato lui al posto di Mendel), ma anche amico e concorrente di Oscar Wilde. Una mattina si sveglia e twitta: «Se ti fai una domanda vuol dire che non hai capito qualcosa. Se non te ne fai nessuna vuol dire che non hai capito niente». Dado, nonostante abbia compiuto ottant'anni, siccome è un genetista genio è il più moderno di tutti, e non è un vitalista rimbambito come tutte quelle (dico quelle perché in genere sono donne) che a cinquant'anni dicono che la vita inizia a cinquant'anni, a sessant'anni che la vita inizia a sessant'anni, a settant'anni che la vita inizia a settant'anni (quando non le sentite più dire nulla significa che sono morte), per lui, cito un tweet: «L'essere umano va in estasi davanti a chi pronuncia con grande solennità banalità paradossali. Probabilmente perché si rende oscuramente conto del fatto che la vita stessa è una banalità paradossale. Come i pronunciamenti degli oracoli di tutti i tempi».

Non è mai consolatorio, ma la sua arguzia consola, tanto «i nostri guai hanno una solida base vegetale: il rapporto tra rose e spine non è di uno a uno, ma di una a molte». D'altra parte: «Se alla notte si può dire, come fa Giulietta, Insegnami a perdere una partita vinta!, alla vita possiamo dire con convinzione: Insegnami a perdere una partita persa.». Non c'è argomento su cui Dado non si esprima, la vita, la morte, l'universo, l'amore (dove «uno qualunque più una qualunque possono fare una coppia indimenticabile»).

Ma Dado, su Twitter, dall'alto del suo sguardo, filosofico-genetico-poetico, sui social twitta anche a proposito dei social e di chi li frequenta, ma appunto da osservatore, da scienziato, da antropologo, da umorista, da Boncinelli. Per esempio: «Non è vero che sui social non è possibile argomentare.

È proprio sui social che si può argomentare, l'attività preferita di chi non ha nulla da dire». Datemi retta, se non avete un account Twitter fatevelo. Per seguire Dado, perché mentre gran parte di chi è molto seguito su Twitter toglie qualcosa alla nostra intelligenza, lui qualcosa ce la regala, e gratis.

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