"Cambio pelle e mi prendo tutta la libertà. Ecco il mio disco tra cinema e letteratura"

Il nuovo "Exuvi"» ispirato da Fellini, Campana, Kafka: "Sono fuori dal passato"

"Cambio pelle e mi prendo tutta la libertà. Ecco il mio disco tra cinema e letteratura"

Caparezza è un fuoriclasse. Un fuoriclasse a-social perché usa i network solo per il proprio lavoro e non per il proprio ego, mentre il resto del tempo lo sfrutta per fare musica. Così pubblica dischi quando ha qualcosa da dire, non qualcosa da postare. E anche il nuovo Exuvia conferma un'ispirazione complessa, sofferta, di certo unica: «Ho impiegato due anni e mezzo per farlo», dice lui che, sotto i riccioli ormai sale e pepe, ha una testa libera e pensante. Non solo rap, anche se il suo maestro è sempre Frankie Hi Nrg. E non solo aggressività: in Exuvia ci sono malinconia e gioia, quest'ultima peraltro ben nascosta. «Quando vedo le mie vecchie foto, vedo una persona che non c'è più», riassume.

Perciò ha intitolato il disco Exuvia?

«L'exuvia è la muta dell'insetto. Nella mia Puglia si trovano tantissime exuvie di cicale, che da larve poi salgono sugli alberi e iniziano a frinire».

Caparezza si è tolto la exuvia?

«Un modo figurato per dire che ho cambiato pelle e mi prendo tutta la libertà che voglio».

Addirittura?

«Avrei voluto fare un concept album sulla libertà, ma poi mi sono concentrato solo sulla libertà di diventare grande».

Quanto grande?

«Farò questo mestiere finché avrò la forza di comunicare e finché avrò la forza dell'udito».

A proposito, l'acufene di cui soffre?

«Non se ne va mai, l'importante è tenerlo a bada. Tra l'altro sento dire che crescono i casi...».

Quando ha iniziato a scrivere i testi?

«Dopo che ho finito di leggere la sceneggiatura de Il viaggio di G. Mastorna, il film che Fellini non ha mai realizzato. Il protagonista è in una sorta di limbo e io mi sento in una situazione simile».

In Fugadà dice di essere «in fuga dal disco precedente».

«È un brano che non a caso inizia con alcuni versi di Dino Campana, il poeta fuggiasco nato a Marradi».

Caparezza, lei è al quarto posto dei brani più trasmessi in radio, con La scelta.

«Non ho mai indovinato la scelta di un singolo, infatti lo fanno sempre gli altri per me».

Però è inconsueto che in radio si senta un testo in cui si canta un confronto tra Beethoven e Mark Hollis dei Talk Talk.

«È il simbolo di un bivio: Beethoven è l'ostinazione per l'arte. Mark Hollis, che tra l'altro è scomparso da poco ed era una antistar, è il richiamo verso la vita. Ora tocca a me fare la scelta giusta».

Quando si diventa vecchi?

«Quando si perde la curiosità».

Di che cosa è curioso, musicalmente?

«Sto aspettando il disco di Iosonouncane, ad esempio».

Del passato cosa le piace?

«Il mio primo amore sono stati i Kraftwerk. Poi anche i Rockets, troppo sottovalutati: farò di tutto per farli rivalutare».

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