Carla Bruni chiede scusa dopo la tremenda gaffe sul Coronavirus

Sul suo profilo Instagram Carla Bruni chiede scusa dopo la terrificante gaffe sulla pericolosità del Coronavirus, ma gli utenti dei social non perdonano facilmente

Carla Bruni chiede scusa dopo la tremenda gaffe sul Coronavirus

È un periodo complicato per la nostra bella Italia. Non dobbiamo solo soccorrere i malati, contare i morti, azione che mai avremmo anche solo pensato di dover fare. Dobbiamo anche difenderci da attacchi ingiustificati, talvolta perfino intrisi di un razzismo ammesso o malcelato e da facili ironie. È stato il caso del video francese con la pizza “al Coronavirus”, poi delle parole incommentabili e per giunta venute da un medico, l’inglese Christian Jessen. Ora è la volta di Carla Bruni, italiana naturalizzata francese.

Tutti i giornali hanno riportato la terribile gaffe dell’ex premiere dame la quale, subito dopo un evento a margine della settimana della moda francese (24 febbraio/3 marzo 2020), ha abbracciato e baciato Sidney Toledano, il presidente del gruppo Louis Vuitton, dichiarando: “Ci diamo un bacio, è pazzesco! Perché noi siamo la vecchia generazione! Non abbiamo paura di nulla, non siamo femministi e non abbiamo paura del Coronavirus. Nada”. Subito dopo, ironizzando sul pericolo Coronavirus, Carla Bruni ha finto attacchi di tosse e una crisi respiratoria.

La scena, ripresa dalla tv RMC e, a quanto pare, all’insaputa dell’ex top model, è finita in onda sulla rete e sul canale generalista francese Tf1. Il filmato ha scatenato le ire degli utenti social francesi e italiani, soprattutto ora che il Coronavirus è diventato una minaccia anche per la Francia. Su Carla Bruni sono piovuti insulti e aspre critiche. Del resto tutti ci chiediamo cosa leghi un’emergenza come quella che stiamo vivendo e che non ha eguali nella Storia recente, con il femminismo e le vecchie generazioni.

Carla Bruni, però, è corsa subito ai ripari con due post su Instagram, uno in italiano, l’altro in francese, dove chiede scusa per il suo comportamento. La moglie di Sarkozy ha spiegato: “Certe volte succede di fare uno scherzo di cattivo gusto. Sul momento, in un certo contesto uno scherzo, anche stupido, non significa granché. Uscito dal contesto, lo stesso scherzo diventa schifoso”. Poi ha aggiunto: “Ho purtroppo scherzato qualche settimana fa..e sono stata filmata senza rendermene conto. Un montaggio malvagio ha deliberatamente dato un carattere schifoso a questo mio scherzo imbecille. Vorrei presentare tutte le mie scuse a tutti quelli che sono stati scioccati…” e ha concluso: “Vorrei precisare ancora una volta che si trattava di uno scherzo. Che non riflette in niente i miei sentimenti. Buon coraggio a tutti”.

Il popolo del web non ha accettato del tutto le scuse di Carla Bruni, rispondendo ai post anche con parole piene di rabbia. Del resto, per quanto possa trattarsi di uno scherzo e di un montaggio infelice, rimane nel gesto di tossire, di fingere di non avere aria nei polmoni, l’ironia nei confronti di persone che stanno soffrendo per la malattia, o perché hanno perso un parente. Anche se l’ironia non è premeditata, magari è frutto dell’irruenza di un istante di eccessiva leggerezza, non dobbiamo mai dimenticare che abbiamo la possibilità di fermarci e pensare prima di agire. Lo facevano i nostri antenati primitivi di fronte al pericolo, a maggior ragione possiamo e dobbiamo farlo anche noi.

In questi giorni molti di noi saranno di certo presi da problemi ben più gravi e dalla paura per un futuro incerto, ma vale la pena chiederci se meritiamo il razzismo, il disprezzo e l’ironia scherzosa.

Se lo meritano i dottori e gli infermieri che vedono poco le famiglie, non mangiano e non dormono, costretti a prendere decisioni in pochi istanti? Se lo meritano i malati che non sanno cosa accadrà domani, i loro parenti e chi ha visto morire i propri cari? L’Italia e il mondo perdoneranno l’ironia? Forse e chissà che, paradossalmente, dalle “botte prese” e mai rese, parafrasando una nota canzone di Zucchero, non nasca una nuova coesione e un nuovo senso di appartenenza tutti italiani.

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