Che bella riscoperta l'"archeologo" Crichton e la sua caccia al tesoro nell'Egitto dei misteri

Che bella riscoperta l'"archeologo" Crichton e la sua caccia al tesoro nell'Egitto dei misteri

«Easy go» è un'espressione inglese difficile da rendere in italiano. Può valere «è facile andarsene», «è facile perdere», persino «è semplice morire». Ed è usuale trovarla abbinata alla speculare «easy come» quando si parla di beni estremamente volubili come i soldi, la fortuna, le case, persino le donne. Tanto che «easy come, easy go» si traduce spesso «vanno e vengono». Probabilmente Michael Crichton non avrebbe potuto trovare un titolo migliore per uno dei suoi romanzi pubblicato con lo pseudonimo John Lange. Un thriller archeologico di forte impatto che fa pensare a un incrocio fra una storia di Ian Fleming, una di Arthur Conan Doyle, una di Eric Ambler e una di Henry Rider Haggard.

Tutte le otto storie firmate da Crichton fra il 1966 e il 1972 come John Lange vennero scritte mentre era studente alla Harvard Medical School. Sono romanzi elaborati velocemente durante le vacanze estive per raggranellare i soldi che gli permettessero di vivere meglio l'inverno da studente: «non mi tormentavo per capire se quello che scrivevo esprimesse o meno me stesso, o una forma d'arte. Scrivevo e basta: di getto, sotto pseudonimo, a velocità folle». Easy Go uscì dalla Signet Books nel 1968 in un formato paperback supereconomico (che faceva seguito ai fortunati Odds On e Scratch One) e fu ripubblicato nel 1974 da Bantam Books con il titolo di The Last Tomb (L'ultima tomba) che ne esplicitava l'ambientazione archeologica. Quella riedizione avrebbe dovuto anticipare l'adattamento per il cinema della storia, destinata a diventare un film per la Warner Bros prodotto da David Forster e Lawrence Turman, e la cui regia sarebbe stata affidata allo stesso Michael Crichton. Ma il progetto naufragò.

Quando Easy Go uscì per la prima volta in Italia, nel 1973, Garzanti decise di intitolarlo Verde Nilo, ma ora viene ripubblicato dallo stesso editore con un altro titolo ancora: La vendetta del deserto. Un titolo che sembra rivaleggiare con quelli dei bestseller di Wilbur Smith. Ma possiamo assicurarvi che l'originale Easy Go, rimandando alle occasioni facili ma fatue, calzava meglio a questa storia che ci racconta le peripezie del quarantenne archeologo Harold Barnaby. Il quale scopre casualmente che il senso della traduzione in diagonale di un antico papiro egizio cela l'incredibile segreto di una tomba faraonica sconosciuta e contenente un prezioso tesoro. Per portarlo alla luce Barnaby si alleerà con il ricco Lord Grover (ricalcato in parte sul modello del realmente esistito Lord Carnarvon che finanziò gli scavi della tomba di Tutankhamon) e dovrà vedersela con il giornalista in cerca di scoop Robert Pierce, con il losco archeologo di colore Alan Conway e con il lestofante Nikos. Crichton è abile a muovere i suoi personaggi fra il Cairo e il deserto e li impegna in una diabolica e intricata caccia al tesoro. I suoi eroi sanno (come recita il proverbio arabo che apre La vendetta del deserto) che «dolce è tutto quello che è proibito» e non risparmieranno trucchi, inganni e quant'altro per arrivare per primi a diseppellire le ricchezze egizie rimaste celate per secoli e secoli.

La lotta senza quartiere fra archeologi costituisce un topos letterario ripreso anche in un testo inedito di Crichton ritrovato fra le sue carte dalla moglie Sherri dopo la morte dello scrittore, avvenuta nel 2008. Si intitola Dragon Teeth (I denti del drago) ed è uscito nel maggio di quest'anno per Harper&Collins. Verrà edito in Italia agli inizi del 2018 sempre da Garzanti e costituisce una sorta di prequel dei celeberrimi Jurassic Park e Il mondo perduto. Sherri Crichton ha ritrovato il testo fra i materiali della corrispondenza intercorsa fra lo scrittore e il paleontologo Edwin H. Colbert dell'American Museum of Natural History. Dragon Teeth è ambientato nel 1876 e propone uno spaccato storico-avventuroso della «Guerra delle Ossa» che vide contrapposti nei selvaggi territori del Far West gli archeologi e paleontologi Othniel Charles Marsh ed Edward Drinker Cope. Entrambi fecero di tutto per scovare giacimenti di ossa preistoriche che potessero permettere la ricostruzione di giganteschi modelli di dinosauri da esporre nei musei. Furono i primi a ricostruire com'erano esattamente gli allosauri, gli stegosauri, i triceratopi e i brontosauri. E la terribile faida che si scatenò fra i due durante gli scavi in un territorio dove erano ancora in corso le guerre indiane è collegata, nel romanzo di Crichton alle peripezie del personaggio di invenzione William Johnson.

Questo giovane studente di Yale, figlio di un costruttore di navi, inizia a seguire Marsh nelle sue spedizioni fino a che quest'ultimo non sospetterà che sia una

spia del suo rivale Cope e deciderà di abbandonarlo a Cheyenne, nel Wyoming. William proverà sulla propria pelle quanto possa essere assurda, oltre che pericolosa, la «Guerra delle Ossa» scatenata dai due studiosi rivali.

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