Che noia che fa Fazio e Littizzetto come da copione

Lui professore, lei Vispa Teresa. Si parte da Verdi e dalle parolacce. Unico brivido: il bacio gay

Che noia che fa Fazio e Littizzetto come da copione

Colpo di scena, Fazio parte e inneggia al Savoia: Viva Verdi. Sarebbe Vittorio Emanuele re d'Italia, secondo acronimo patriottico dei tempi dell'occupazione austriaca del Lombardo Veneto. Va pensiero scalda l'Ariston, poi dal Risorgimento e dal Nabucco si torna alla terza repubblica e al cortile, spunta Luciana Cenerentola che ha una lingua fiabesca, legge una poesia dedicata al santo del paese, San Remo, la vocina è simile a quella della Moroni socia di fornelli della Clerici. Si parte con cacca, si chiude con culo, passando da Berlusconi e tutto il cucuzzaro. Applauso oratoriale alla maestra di pianoforte felice come a scuola, lo smunto letterato finge il solito finto imbarazzo.

È davvero tutta una favola. La ditta Littizzetto&Fazio apre il sipario e le danze, Sanremo lancia i suoi due bravi laureati davanti al microfono, basta con le pupe e i mercenari della telecamera. Ci vuole la scossa, ha detto Leone, il capo di Rai 1, ci vogliono teste e non cosce, ci vogliono uomini colti e non predicatori datati, il festival si scuote, diventa comunione e liberazione, come ha detto la Littizzetto che non scende da una limousine ma da un cocchio tirato da quattro bianchi cavalli, Cenerentola raggiunge il principe azzurro ma si andrà oltre la mezzanotte, i quadrupedi diventeranno topi, la carrozza verrà ridotta a una zucca? I baci di Sanremo non sono i biscotti di nocciola e cacao con crema al cioccolato ma sono baci nuovi, diversi, gay, puntuali, come se nulla fosse accaduto, da lunedì a ieri, dalle dimissioni di papa Benedetto a tutto il contorno di voci, non quelle dei cantanti. Dai ventiquattromila baci di Adriano a quello unico di Stefano e Federico c'è tutta la storia (e la furbizia) di Sanremo e di chi l'ha scossa. I promessi sposi in partenza per New York hanno lasciato la festa ai promessi spesi, i due presentatori con un milioncino di euro in tasca hanno officiato l'evento.

È apparso anche Felix Baumgartner, l'uomo venuto giù dal cielo superando il muro del suono, è caduto a Sanremo ma non immaginava di rispondere al quesito della Littizzetto sulla velocità in caduta della cacca di un piccione: «Lassù non c'erano donne che parlavano». Fazio aveva il sorriso congelato su quella faccia di giovane vecchio o vecchio giovane, un po' di tutto e un po' di niente, resta il mistero dello studente che, alla 3ª A del liceo classico Gabriello Chiabrera di Savona venne esonerato dall'ora di ginnastica, per il fisico gracilino, ma in storia e filosofia andava come un toro. Questo fu il giudizio di presentazione all'esame di maturità, del professor Umberto Croci: «Possiede evidenti qualità di sensibilità e di partecipazione al colloquio. Rielabora con intelligenza e ampio contributo personale i dati culturali, che traduce con chiarezza concettuale e lineare esposizione. Negli argomenti filosofici si muove con notevole capacità di collegamento e di sintesi, ponendosi fra gli elementi più costruttivi della classe. Notevole la preparazione nello studio della storia». Seguì la laurea in lettere con la tesi: «Elementi letterari nei testi dei cantautori italiani», 110 e lode.

La Littizzetto non ha fatto di meno, una tesi in storia del melodramma alla facoltà di magistero, titolo «La luna nel romanticismo». Ma con tutta quella roba lì in cartella, quei due perché sono arrivati a una cosa così leggera come Sanremo? Il laureato, riformato alla leva, dopo l'esonero in educazione fisica ha realizzato il sogno a novantanove chilometri dal liceo, non una, non due, ma tre volte. È serio, serioso, serissimo, da cerimonia, nell'abito, nella cravattina cadente dal colletto della camicia, cadente pure lui. La Littizzetto ha rilevato la Belén, scomparsa la farfalla, spunta la zanzara con tutti gli annessi, dalla pampa al Po. Vispa Luciana, al volo sorpresa.

La prima sera di Sanremo, tra qualche canzone, alcuni presenter (che roba sono? Gratis?) e tanto Crozza, non finisce mai.

A mezzanotte una buona notizia: si è concluso lo sciopero dei ginecologi. Un secondo dopo, un'altra notizia: il festival continua.

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