Marco Mengoni trionfa a Sanremo

Decisivo il voto del pubblico e quello della giuria di qualità. Sul podio anche Elio e le storie tese (vincitori del premio della critica) e i Modà

Marco Mengoni trionfa a Sanremo

Il Festival di Sanremo l'ha vinto lui, Marco Mengoni. Si è imposto sui Modà ed Elio e le storie tese. A questi ultimi è andato il premio della critica. Per molti Mengoni un predestinato, avendo vinto la terza edizione di X Factor nel 2009 (il suo mentore era Morgan). Qualcuno dirà "ci risiamo, un altro che arriva da un talent show": prima di lui, infatti, al teatro Ariston si erano imposti Marco Carta (2009), Valerio Scanu (2010) ed Emma l'anno scorso. Tutti e tre arrivavano da Amici, il talent di Maria De Filippi. Ma le facili ironie si sgonfiano facilmente con una domanda: i talent servono o no a scoprire nuove belle voci? Piacciano o no questi programmi, la risposta è sì.

Mengoni ha vinto con una bella canzone, "L'essenziale", mostrando al pubblico una bellissima voce, ma questa non è una novità. Dopo X Factor, infatti, Mengoni aveva già partecipato al Festival, nel 2010, arrivando terzo con il brano "Credimi ancora". Stavolta per il 25enne di Ronciglione (Viterbo) arriva la consacrazione. Che per il mercato discografico in realtà c'è già stata, visto che ha già venduto, in questi anni, qualcosa come 270mila copie.

A decidere il nome del vincitore è stato un mix tra il voto popolare e quello della giuria di qualità. Il meccanismo di calcolo era questo: 25% voto popolare giovedì sera, 25% voto popolare sabato sera, 50% voto espresso dalla giuria presieduta da Nicola Piovani e composta da: Eleonora Abbagnato, Stefano Bartezzaghi, Cecilia Chailly, Claudio Coccoluto, Serena Dandini, Paolo Giordano, Nicoletta Mantovani, Rita Marcotulli, Neri Marcorè e Beppe Fiorello.

Bisio fa il qualunquista

Dopo le polemiche suscitate dall'intervento di Crozza, nella prima serata del Festival, poteva mancare il bis? Non siamo certo a quei livelli ma poco ci manca. Claudio Bisio ha dato sfogo a un intervento denso di qualunquismo. Questo è il passaggio clou del suo monologo politico: "Finché ci sono loro in questo paese non cambierà mai, dicono una cosa e ne fanno un'altra, non mantengono le promesse, sono incompetenti, bugiardi, inaffidabili, mandiamoli tutti a casa".

Poi continua: "Non parlavo degli eletti, ma degli elettori, stavo parlando di noi, degli italiani, perché siamo noi i mandanti, noi che li abbiamo votati. Se li guardate bene è impressionante come ci assomigliano, sono come noi italiani, precisi sputati".

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