Il giorno dopo il trionfo di The Salesman al Festival di Cannes, il cinema iraniano è ancora sotto i riflettori ma la nuova notizia è un processo che torna a far luce sulla difficile conquista della libertà di espressione nel Paese: quattro produttori cinematografici sono stati convocati oggi a Teheran con l'accusa di essersi serviti di mezzi illeciti per pubblicizzare i loro film in Iran.
A essere giudicati “illeciti” sono i canali satellitari statunitensi che ogni giorno mandano in onda trasmissioni in lingua farsi, seguiti nei fatti da gran parte dei cittadini iraniani seppure ufficialmente proibiti nella Repubblica Islamica. Se gli Usa pubblicizzano i film, la televisione iraniana non sponsorizza in alcun modo il cinema nazionale, al quale le autorità religiose applicano diverse restrizioni.
Tra i produttori chiamati al banco degli imputati, vi è il finanziatore del film Tutta la vita e un giorno, pellicola che racconta la condizione di povertà a Teheran, e quello del lungometraggio Cinquanta chili di ciliegie, commedia che, tra gli altri argomenti trattati, ironizza anche sul tema del velo.
La convocazione in tribunale arriva all’indomani dal successo di The Salesman, pellicola firmata dal regista Asghar Farhadi, abile nel tratteggiare con pennellate minimaliste le contraddizioni quotidiane dell’Iran contemporaneo. Oltre al premio per la miglior sceneggiatura, il film di Farhadi, incentrato sul tema del sottile confine tra giustizia e vendetta, ha conquistato anche quello per il miglior attore protagonista, vinto da Shahab Hosseini.
Nessun commento sulla premiazione del film è però arrivato dalle autorità governative, mentre ampi consensi sono stati espressi sia sui social sia sulla stampa iraniana, ma anche tra gli artisti e da parte del leader riformista iraniano Mohammad Reza Aref.
Il celebre attore iraniano Bahram Radan ha commentato il trionfo di Farhadi dichiarando: “Spero che Dio dia la pazienza a coloro che vorrebbero che il cinema iraniano fosse morto e che, anzi, lo hanno dato per defunto da molto tempo", in riferimento alla censura che nella Repubblica degli ayatollah il cinema si trova a fronteggiare, pur continuando a collezionare successi internazionali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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