La civiltà occidentale è superiore. Parola del gran filosofo Husserl

Nuove edizioni per i libri in cui l'Europa è posta all'apice del progresso grazie alla filosofia e al pensiero scientifico

La civiltà occidentale è superiore. Parola del gran filosofo Husserl

Fra le voci più alte che esprimono e riflettono la crisi della civiltà europea fra le due guerre, quella di Edmund Husserl (1859-1938) è la più drammatica, la più significativa, la più profonda. La riflessione filosofica di Husserl è centrale per capire le cause del crollo della società liberale di fronte alla barbarie totalitaria, dato che questa si configura innanzitutto quale risposta gnostica alla insignificanza del mondo generata dalla prosaicità dello spirito borghese.

Per Husserl, la crisi europea ha due sbocchi: o il tramonto dell'Europa, nell'estraneazione rispetto al senso razionale della propria vita, la caduta nella ostilità allo spirito e nella barbarie, oppure la sua rinascita attraverso lo spirito della filosofia. Per Husserl solo la stessa la civiltà occidentale è in grado di superare, con un eroismo della ragione, il relativismo che alberga nel suo seno vanificandone gli effetti nichilistici. Questo superamento può avvenire sulla base di una filosofia universale, ovvero di una concezione del mondo fondata sulla libertà che, nelle sue strutture fondamentali, risulti capace di valere per tutti i popoli e per tutti gli individui.

Husserl intreccia così la dimensione della libertà con la dimensione della filosofia; un intreccio concepito come la vera e originaria identità spirituale europea, la sola che può autodeterminarsi nel senso di una vera razionalità e di una vera universalità. La libertà si incrocia con la filosofia esprimendosi come facoltà critica motivata dalla domanda del dubbio permanente. In tal modo la coscienza europea si legittima nell'autocritica perché solo la filosofia è in grado di delineare un atteggiamento teoretico disinteressato e dunque, per l'appunto, universale.

Va detto che l'Europa non è una mera entità geografica perché la sua intima natura è spirituale, la quale è scaturita dall'unità di una vita sedimentatasi nel corso dei secoli, con tutti i fini, gli interessi, gli sforzi, le conformità, gli istituti che ciò ha comportato. La sua evoluzione culturale è stata costituita da tre fondamentali fasi storiche: la greca, la medievale e la moderna che, nella loro specificità, hanno svolto un ruolo preciso: la greca ha rappresentato la riflessione della filosofia, il medioevo il momento religioso del cristianesimo, l'età moderna l'affermazione scientifica della ragione con il Rinascimento e l'Illuminismo. Determinarne la complessiva identità vuol dire però soprattutto risalire alla sua fondazione originaria; il che significa individuare quel peculiare movimento della ragione proprio della filosofia e della scienza nate dalla cultura ellenica.

Husserl afferma la superiorità dell'Europa su ogni altra civiltà proprio perché solo essa è originariamente filosofica e solo essa reca in sé l'universalismo, che consiste nella volontà di essere un'umanità fondata sulla ragione filosofica e sulla coscienza di non poterlo essere che così. Si deve pertanto attribuire alla cultura europea «la posizione relativamente più elevata fra tutte le culture storiche, considerandola quale prima realizzazione di una norma assoluta di sviluppo, destinata a rivoluzionare ogni altra cultura in fieri». Se l'Occidente viene meno è la civiltà umana che muore. «Il maggior pericolo dell'Europa è la stanchezza. Per la missione dell'Occidente, dalla cenere della grande stanchezza, rinascerà la fenice di una nuova interiorità di vita e di una nuova spiritualità, il primo annuncio di un grande e remoto futuro dell'umanità: perché soltanto lo spirito è immortale».

Tra le

novità di Edmond Husserl: Le conferenze di Parigi. Meditazioni cartesiane (Bompiani, pagg. 480, euro 35; a cura di Diego D'Angelo) e La fenomenologia trascendentale (Mimesis, pagg. 368, euro 24; a cura di Alfredo Marini).

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