Pochi come lui hanno mescolato l'alto e il basso della cultura popolare, spingendosi poi anche nei territori dell'opera e della musica colta. È quel rissoso, irascibile (i suoi amici e collaboratori parlano ancora oggi di fenomenali litigi con lui), carissimo Lucio Dalla, che non ha smesso di vivere nei nostri cuori con le sue canzoni. Sono già passati quarant'anni dall'uscita di Come è profondo il mare - disco magmatico ed epocale che ha cambiato la carriera di Dalla e ha segnato una svolta nella musica d'autore - e la Sony lo ripubblica in cofanetto con versioni inedite dal vivo dei brani contenuti nell'album. A festeggiare l'evento i suoi fedelissimi: Ron, il suo storico press agent Michele Mondella e il re dei produttori Alessandro Colombini, che sono un fiume in piena di aneddoti e ricordi.
«Noi arrivammo quando Lucio aveva già buttato giù un po' di materiale - ricorda Colombini - infatti facemmo un taglio molto lungo al nastro originale per eliminare certe cose. Avevo appena fondato la Spaghetti Records con Shel Shapiro quando Ennio Melis, direttore generale della Rca, mi convoca nel suo ufficio e mi fa ascoltare una canzone, che è Come è profondo il mare, ma un provino, non quella che conoscete voi. Resto a bocca aperta; mi viene da piangere, insomma mi commuovo e accetto di lavorare a quel progetto». Insomma in quella canzone «difficile» e affascinante c'erano i germi del nuovo Dalla, quello smaliziato e impegnato socialmente degli anni Ottanta. «È un disco che ha anticipato le nuove tendenze mescolando suoni che vanno dal beat al classico al jazz - ricorda Ron, ai tempi sempre al fianco di Lucio - perché Dalla era Dalla, uno spirito libero, un artista completo cui non è mai fregato niente di essere un cantautore, infatti era un performer di jazz, un autore, un musicista che è finito tra i cantautori un po' per sbaglio». Ron ricorda anche aneddoti particolari. «Una volta si arrabbiò da pazzi perché facevamo una versione di You've Got a Friend e io la eseguivo in stile folk mentre lui la jazzava col clarinetto». Oppure quella volta che Lucio gli chiese di poter utilizzare la sua Attenti al lupo. «Non volevo dargliela ma lui disse: Se la incidiamo vendiamo un milione di copie. Ne vendemmo un milione e mezzo».
Il disco naturalmente è rimasterizzato dai nastri originali in modo eccezionale (la cura del catalogo di Lucio Battisti docet) e conserva una purezza di suono invidiabile (nulla a che vedere con le polemiche nate dalla rimasterizzazione degli album dei Beatles). «Del resto il suono è comunicazione - sottolinea Colombini - una cosa che nessuno sa è che la voce di Lucio nel disco è così pura perché è stata registrata in dolby e mixata senza».
Il ricordo di Dalla si fa ancora più emozionante nei brani inediti registrati dal vivo, in cui si vedono le sue qualità di manipolatore di suoni e di improvvisatore nelle tre versioni di Come è profondo il mare (completamente rielaborate, da quella del '92 a quelle del 2004 e del 2006) e in quelle jazzate e quasi rappate dell'iconica Disperato erotico stomp (una del 1996 e una del 2004). Inediti dal vivo ma di brani noti, dirà qualcuno; ma la Sony, in accordo con la Fondazione Dalla, promette sorprese e l'uscita di altri inediti nei prossimi due anni. Quindi i fan si preparino... E intanto potranno godersi, questa sera su Sky Arte, 33 giri.
Italian Masters, lo speciale dedicato al cantautore con interviste e contributi inediti (è la prima di una serie di sette puntate dedicate ai dischi di sette grandi firme della musica italiana, da Guccini a Gaber a Battiato).
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