Così la Rai maltratta la Fallaci

La Fallaci della Trilogia viene relegata in un angolo, dopo interminabili scene d'amore con Alekos Panagulis, col solito sottinteso: quant'era meglio la giovane Oriana, libertaria e anche critica con l'America (peccato nella miniserie non si veda nemmeno quella)

Così la Rai maltratta la Fallaci

Ascolti così così, risultato contestato. L'Oriana, la miniserie in due puntate trasmessa in prima serata su Raiuno ieri e l'altroieri, ha suscitato commenti in prevalenza negativi, almeno nella piazza virtuale dei social network. Era migliore l'edizione condensata per le sale, e pure quella non era entusiasmante, al di là di alcuni riusciti aspetti tecnici. La stessa storia, diluita in due serate, accentua i difetti della versione cinematografica: sentimentalismo del tutto estraneo alla Fallaci, malamente interpretata da Vittoria Puccini, imprecisioni più o meno notevoli della sceneggiatura (il viaggio intorno al mondo de Il sesso inutile non nasce affatto per volontà della Fallaci, riluttante all'impresa; il capolavoro Lettera a un bambino mai nato ha una genesi diversa da quella mostrata: tutti fatti documentati nella recente biografia Oriana. Una donna di Cristina De Stefano edita da Rizzoli); la sensazione di assistere alla giustapposizione di episodi dei quali non si intravede il filo conduttore; e infine la consueta reticenza sull'ultima Fallaci, che non viene giudicata, hanno detto regista e sceneggiatori in conferenza stampa, qualche giorno fa Roma. Infatti accade di peggio.

La Fallaci della Trilogia viene relegata in un angolo, dopo interminabili scene d'amore con Alekos Panagulis, col solito sottinteso: quant'era meglio la giovane Oriana, libertaria e anche critica con l'America (peccato nella miniserie non si veda nemmeno quella). La fiction italiana, ramo tivù generalista, purtroppo non riesce a sollevarsi dalla mediocrità del santino, o del politicamente corretto, o di entrambe le cose. Aggiungiamo una sceneggiatura che non osa mai, per fare contenti tutti, ed ecco il prodotto medio, anzi mediocre: il bignamino senza spigoli del personaggio di turno. Peccato. La straordinaria storia di Oriana Fallaci, attualissima proprio in questi giorni terribili, meritava ben altro trattamento. Smussarne le asperità, significa fare un torto alla personalità e all'opera di questa scrittrice prestata, per nostra fortuna, al giornalismo.

Pensiamo a cosa sarebbe diventata la biografia di Oriana Fallaci nelle mani della HBO o anche della BBC. E chiediamoci se la Rai ha i mezzi per diventare lo strumento di eccellenza culturale predicato da Matteo Renzi. Così, a occhio, dopo aver visto L'Oriana non si direbbe.

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