Le due facce della maternità - giovanile senza padri e impossibile delle religiose - come il recto e il verso della medaglia della condizione femminile. Maternal della regista italo argentina Maura Delpero mette allo specchio la realtà delle ragazze madri in un centro di accoglienza di suore in una Buenos Aires che resta sullo sfondo. Il fulcro è l'essere madre e la prospettiva della famiglia in una metropoli sudamericana che potrebbe essere qualsiasi città in con l' eccezione che in Argentina l'aborto è tuttora illegale. In questo non luogo si confrontano le giovani donne in procinto di diventare mamme e quelle che nulla sanno, né sapranno mai, del mistero di dare alla luce un figlio.
Il film, costruito su una regia molto attenta che si affida ai ritratti per raccontare quanto accade fuori scena e deturpa la moralità delle protagoniste, pone l'una di fronte all'altra due categorie femminili che incrociano il loro cammino su strade opposte. Le giovani pensano alla fuga, le religiose a Dio. Tra queste ultime spicca suor Paola che rappresenta il punto di incontro fra le due micro collettività. È una novizia che non ha ancora deciso se prendere i voti e sulla quale la scena finale lascia aperte le prospettive interpretative. L'attualità di famiglie, precarie e talvolta solo abbozzate davanti al mistero della sacralità religiosa, completa un telaio tematico in cui è l'unico maschietto del film - un bambino, abbracciato dalla madre e da suor Paola - a smascherare, sorprendentemente e paradossalmente, il fulcro delle riflessioni. «Ora siamo davvero una famiglia modello» dice al culmine di quell'abbraccio, in riferimento all'iconografia sacra, insegnata dalle monache.
Legata ai tempi correnti anche la disoccupazione che esce drammaticamente da Douze mille di Nadège Trebal, secondo dei film in concorso al« Locarno Film Festival». Un lungo applauso per un'opera, già tradotta in italiano, che arriverà presto sui nostri schermi. Il contesto è la Marsiglia delle fabbriche e dei portuali dove un uomo si trova costretto a elemosinare un posto di lavoro introvabile, finendo per vivere di espedienti che gli consentono di raggranellare la somma necessaria per tornare a casa e sposare la donna che ama, interpretata dalla stessa regista. L'azzardo è violento e appariscente.
Lo zelante ma sfortunato operaio che riuscirà a mettersi in tasca un malloppo superiore alle aspettative si troverà a dover pagare per ottenere un impiego nella ditta che lo aveva messo sulla strada. Un'evidente accusa al mondo del lavoro che non fa sconti, ribalta gli assetti e distorce perfino la normalità.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.