Quella preghiera in tv per le vittime del virus

Momento di raccoglimento a Live - Non è la d'Urso, dove Matteo Salvini e Barbara d'Urso hanno dedicato l'eterno riposo alle vittime di coronavirus, che non possono ricevere i funerali e il saluto dei loro cari

Quella preghiera in tv per le vittime del virus

Matteo Salvini è intervenuto, ieri, a Live - Non è la d'Urso, il programma serale di informazione e intrattenimento condotto da Barbara d'Urso. In questo particolare momento per il nostro Paese, stretto nella morsa del coronavirus, Mediaset ha chiesto di limitare al minimo le parti leggere dei suoi programmi di infotainment per dare al pubblico l'informazione che in questo momento cerca sul coronavirus. Prima del leader della Lega, in collegamento con la d'Urso sono intervenuti Stefano Patuanelli, ministro dello sviluppo economico, e Teresa Bellanova, titolare del dicastero delle politiche agricole, alimentari e forestali.

"Permettimi dieci secondo per pensare ai 10mila italiani che sono morti e ci seguono da lassù, senza neanche essere stati salutati dai figli, dalle figlie, dalle mogli, dai mariti. Tolgo 10, 20 secondi alle mie parole, che possono anche essere un di più, per pensare - e alcuni li conosco personalmente - a coloro che non hanno potuto nemmeno salutare la mamma o il papà, il nonno o la nonna. Quindi mi taccio e dedico un Eterno Riposo a queste italiane e a questi italiani che ci danno una mano da lassù a uscire da questo incubo", esordisce Matteo Salvini in collegamento dalla sua abitazione. A quel punto, il leader della Lega e Barbara d'Urso hanno recitato la bravissima preghiera, pochi secondi in ricordo di tutti i caduti a causa del coronavirus.

Il pensiero della conduttrice e del leader politico è andato ai 10.779 (secondo i dati diffusi ieri, domenica 29 marzo, dalla protezione civile) morti di Covid-19 che non hanno potuto ricevere un degno funerale e un degno saluto da parte dei loro familiari e dei loro cari. Il decreto del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, infatti, vieta i funerali e permette solamente la benedizione del feretro. questa misura si è resa necessaria per limitare al massimo gli assebramenti di persone e, quindi, la diffusione del coronavirus. Il decreto ha vietato anche la composizione delle salme, che vengono avvolte in un lenzuolo imbevuto di sostanza disinfettante prima di essere chiuse, senza nessuna operazione di vestizione e di tanatocosmesi. Bergamo e Brescia sono due città in ginocchio, che contano centinaia di morti ogni giorno.

Le immagini dei convogli militari che portano le bare da queste due città agli altri comuni per effettuare la cremazione sono tra le più forti di questo momento di emergenza sanitaria. Ancora, purtroppo, non si vede la luce in fondo al tunnel e una preghiera, dopo tutto, non può che fare bene al cuore.

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