Così "linus" srotola il codice segreto del nostro immaginario

In mostra a Venaria Reale le 685 copertine della rivista. Per tornare bambini anche noi

Così "linus" srotola il codice segreto del nostro immaginario

Alzi la mano chi ha mai visto tutti i numeri di linus, dal primo all'ultimo. Alzi la manzo chi sa quanti sono tutti i numeri di linus, dal primo a quello di giugno 2022.

Avrei continuato a tenere la mano a lungo abbassata in entrambi i casi, se non ci fosse stata questa opportunità offerta dalla Milanesiana e dalla sua collaborazione con la Reggia della Venaria. Ho visto spesso questa teoria di linus, negli scaffali della libreria di Baldini, dal 2017 nella Nave di Teseo, nella sede nuova di Via Jacini 6. Ma sempre disposti di costa. E mai ho fatto la domanda precisa, quanti sono? I linus puri, senza le molteplici iniziative che intorno a linus sono nate, Alter linus, La Lettura, ecc. Che pure meriterebbero una ricostruzione a parte.

In occasione dei 100 anni del padre dei Peanuts, Charles Schulz, abbiamo deciso di fare il punto, e raccontare questa storia.

I numeri di linus sono 685. Ma il numero senza corpo è una astrazione. Invece daremo corpo a quel numero, mostrando di piatto tutte le 685 copertine.

Sarà come srotolare un codice segreto, mettere in luce una storia segreta, una delle tante e tutte essenziali della Storia. Sarà un dipanare la vita segreta dell'immaginario dei nostri ultimi cinquantasette anni.

Ma il colpo d'occhio non è sufficiente a dire l'importanza di questa mostra. Perché vedere le copertine dei numeri originali è scoprire la rete di corrispondenze che lega un numero a un altro, e tutti i numeri a un medesimo organismo.

Quando decisi di affidare a Igort la direzione di linus, all'indomani della acquisizione da parte de La Nave di Teseo, avevo in mente qualcosa del genere. Dipanare una storia, continuandola. Conoscerla Igort la conosce molto bene e continuare a fare la Storia (del Fumetto, del Costume, dell'Arte, dell'Editoria), che vuol dire, sostanzialmente, reinventarla. Igort incarnava cultura e fantasia. E la sua risposta nei fatti aderì perfettamente a questo desiderio. Il suo primo numero, a maggio del 2018, recava una frase in copertina: linus torna bambino. In quel tornare (impossibile) alla meraviglia degli inizi si nascondeva il futuro di linus. Per questo motivo, non considero questa mostra in alcun modo una commemorazione. Si tratta di vedere e raccontare una storia per molti versi nascosta, e certamente una storia mai raccontata così, squadernando tutto davanti agli occhi del visitatore. Sono certa che misureremo la nostra prossimità ai fenomenali personaggi creati da Schulz, alle loro ossessioni che si ripetono, striscia dopo striscia, e continuano a parlare con noi e di noi. E misureremo la attualità di chi, questa rivista unica al mondo e irripetibile l'ha fondata e battezzata: Oreste del Buono, Giovanni Gandini, Anna Maria Gandini e ovviamente Umberto Eco. Sul primo numero, del 1965 Umberto dialogava con Elio Vittorini, su questa cosa molto seria che è il fumetto. Ma questa è cosa nota. Meno noto è che nella biblioteca di Eco stava la riproduzione dei personaggi dei Peanuts.

E, per chi ne avesse la curiosità, nella ricostruzione del suo studiolo, nella Biblioteca Braidense, accanto ai suoi libri antichi, che hanno alimentato le sue fantasie, stanno proprio quelle stesse riproduzioni. Linus, Schulz e gli altri eroi lo hanno accompagnato sempre, lo continuano ad accompagnare e chissà se non abbiano ispirato qualche personaggio dei suoi romanzi.

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