Lo sappiamo fin troppo bene e lo abbiamo ripetuto più volte. L’universo delle serie tv di oggi è in continuo movimento. È un mondo che, grazie ai canali in streaming a pagamento, sta offrendo al pubblico infinite possibilità per approcciarsi e per conoscere l’arte seriale americana (ma anche di diverse nazionalità). Oltre a tutte le serie nuove che arrivano sulle diverse piattaforme, oggi si nota una vera e propria riscoperta dei grandi cult del passato che, per un motivo o per un altro, sono finiti nel dimenticatoio. Il network di NowTV, dal 12 aprile, ha condiviso con i suoi utenti, per la prima volta in assoluto, tutte e cinque le stagioni di Fringe. La serie crime dalle venature fantasy, distopiche e mystery, è andata in onda in America dal 2008 al 2013 su Fox. Qui in Italia gli episodi sono stati un’esclusiva di Mediaset Premium. Oggi lo show che è stato creato da JJ Abrams – il papà di Lost e di Felicity – trova una nuova casa nell’offerta di Sky.
Un’occasione unica e rara per recuperare (o rivedere) una tra le serie tv più interessanti dell’ultimo decennio. Fringe è stata da sempre lodata dalla critica per una narrazione incisiva e che esplorava i miti e leggende della nostra contemporaneità. Lodata un po’ meno dal pubblico che, tra la terza e la quarta stagione, si è disaffezionato alle vicende dei protagonisti ma il calo di ascolti non ha impedito alla serie di arrivare al traguardo e di concludere degnamente le sue vicende. Ora vi spieghiamo il perché non è la copia ma l’erede (morale) di X-Files.
Indagini sul paranormale, di cosa parla la serie tv
Il titolo fa riferimento a una fittizia divisione dell’FBI, chiamata appunto Fringe Division, che si occupa principalmente di risolvere tutti quei crimini che superano l’impossibile e che sfidano le leggi della fisica e della scienza. La squadra, che ha la supervisione del Dipartimento della Sicurezza Interna degli Stati Uniti, viene creata a seguito di un misterioso incidente aereo. Quando i passeggeri del volo da Amsterdam e diretto a Boston vengono trovati morti al loro atterraggio, l’agente speciale Olivia Dunham (Anna Torv) viene incaricata di indagare sul caso. Questo è solo uno dei tanti eventi inspiegabili che l’FBI si trova a dover risolvere.
La donna, dotata di acume e intelligenza, si rivolge al dottor Bishop (John Noble) che, anni prima, per il Governo degli Stati Uniti ha cercato di portare avanti degli esperimenti e risolvere alcuni fenomeni paranormali. Alla squadra, piuttosto sgangherata, si unisce anche Peter (Joshua Jackson), il figlio del dottore e Astrid (Jasika Nicole). Caso dopo caso, indagine dopo indagine, la Fringe Division viene a scoprire dell’esistenza di una dimensione parallela al nostro universo e di una guerra tra bene e male che potrebbe portare al collasso l’intero sistema sociale come oggi lo conosciamo.
La nuova vita in tv del divo di Dawson’s Creek
Anche se la serie conserva la sua natura da dramma procedurale, nel corso delle stagioni ha inanellato una storia a lungo termine che ha esplorato la scienza e la fantascienza, superando i limiti imposti della mente umana, andando a scavare ben oltre la nostra stessa immaginazione. Temi difficili da raccontare in una serie tv che, però, in Fringe hanno trovato largo consenso proprio perché la vicenda è stata resa appetibile al pubblico con un linguaggio semplice e con battute al fulmicotone. Ed è tutto merito anche della bravura del cast. Brilla Anna Torv, che interpreta un'agente dell’FBI fedele ai suoi ideali e al suo stesso lavoro, disposta a tutto pur di raggiungere la verità.
Perla è la presenza di Joshua Jackson. L’attore, conosciuto per essere stato il celebre Peacy Witter di Dawson’s Creek, in Fringe interpreta un uomo schivo ma intelligente, dal fascino seducente e dalla battuta sempre pronta, deciso pure a lui a scoprire tutti i misteri della scienza. Anche quelli più impensabili. Per l’ex divo dei teen-drama, questa è stata la prima serie tv da protagonista dopo la fine di Dawson’s Creek. Successivamente, conclusa l’esperienza di Fringe, è arrivato in The Affair ed è stato il Dr. Death nella miniserie tv disponibile in Italia su StarzPlay.
Cosa c’è dietro il significato di "Fringe"?
La serie tv ha un titolo molto emblematico. In gergo scientifico altro non è che una branca della scienza moderna che si occupa di analizzare tutti i fenomeni paranormali e apparentemente inspiegabili, come il controllo della mente, le teorie sul teletrasporto, la proiezione astrale, la mutazione genetica e la resurrezione. Non è una scienza finita, tanto da essere rigettata da diversi studiosi proprio perché, nonostante i svariati test e le teorie, non si è trovata mai una risposta plausibile a tutti i fenomeni in esame. La serie tv "prende in prestito" dalla scienza questo termine e, a suo modo, si addentra in questo universo così ampio e cerca di rispondere (con una terminologia e una morale spicciola) a tutti i segreti più folli della scienza di oggi. Non a tutti, questo ovvio. Ma la serie tv cerca di trovare una risposta – o almeno ci prova – alle domande che attanagliano gli scienziati. Siamo soli nell’universo? È possibile essere padroni del nostro destino? È possibile viaggiare nel tempo e cambiare il corso degli eventi?
Gli Osservatori e i viaggi spazio-dimensionali: tutti i "segreti" di Fringe
Proprio per cercare di spiegare i misteri della scienza, gli autori di Fringe hanno creato una serie di personaggi e di situazioni che sono poi diventati le colonne portanti della serie tv. Come gli Osservatori. Appaiono durante la prima stagione. Non viene mai spiegato il motivo dell’esistenza di questi uomini dall’aspetto austero, dal viso pallido e senza neanche un briciolo di umanità. Vengono chiamati in questo modo perché osservano il corso degli eventi, trovandosi al cospetto di brutali assassini, incidenti e importanti scoperte scientifiche. Viaggiano nel tempo e il loro intento è quello di cancellare le anomalie, ma per tutta la durata della serie tv non si spiega mai il motivo dell’esistenza degli Osservatori.
Fringe, inoltre, si addentra nel mondo degli universi paralleli e racconta l’esistenza di mondi tutti simili al nostro ma con caratteristiche diverse. Questo crea un po’ di confusione all’interno della cornice narrativa. Per ovviare al problema vengono utilizzati diversi filtri durante la sigla iniziale per far capire al pubblico in che universo è ambientato l’episodio. Il colore azzurro è quello "regolare", il rosso è quello parallelo e il viola è quando il rosso e l’azzurro si incontrano. Una buona parte della terza stagione, ad esempio, è ambienta solo nell’universo rosso.
Perché vedere Fringe? E perché non bisogna paragonarlo a X-Files?
Il genio di JJ Abrams colpisce ancora. La mente dietro al successo di Alias e di Lost, concepisce la sua serie tv più bella ma anche quella più complessa, dove niente è quello che sembra. Una serie fatta di complotti, di intrighi, di colpi di scena e rovesci di fortuna. Una serie unica nel suo genere che, finalmente, ha innovato il genere del crime e della fantascienza. Anche se più spesso è stata paragonata a X-Files, la serie prende subito le distanze dalle vicende di Fox e Dana Scully. Convince per una trama coesa e originale e per un finale di serie che è una vera e propria gioia per gli occhi e il cuore.
Quella relazione mai celata sul set
Il primo episodio, della durata di 90 minuti, è costato ben dieci milioni di dollari. Una cifra record per una serie di un canale americano non a pagamento. Durante le riprese è spifferata la notizia che Anna Torv fosse legata sentimentalmente a Mark Valley, che nella prima stagione ha interpretato l’agente John Scott.
I due personaggi nella fiction erano realmente una coppia. Il gossip non è stato mai confermato ma ha popolato le prime pagine dei settimanali fino a quando non è trapelato di un flirt tra la bionda agente Duham e il bel Joshua Jackson.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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