Scrivevamo in queste pagine qualche giorno fa che la cronaca nera rivisitata è uno dei motori delle serie e dei film del momento. E che uno degli ultimi titoli che stavano giocando questa carta era Yara. Sempre guardando agli anni compresi tra gli Ottanta e gli Zero un altro genere che sta spopolando tra serie, film e docuserie è quello che pesca nella cronaca nera. L'ultimo prodotto arrivato è Yara, prodotto da Mediaset-Taodue e Netflix e firmato da un autore di punta come Marco Tullio Giordana (La meglio gioventù, I cento passi, Romanzo di una strage). Una scelta non facile quella di raccontare l'uccisione di Yara Gambirasio, tredicenne di Brembate di Sopra. Tanto che come ha spiegato il produttore Pietro Valsecchi: «Ho scritto per quattro anni il soggetto ma nessuno voleva farlo. Pensavano fosse una storia troppo scabrosa».
Il risultato è una ricostruzione secca, senza facili scivoloni emozionali, di un delitto che è stato sia caso mediatico sia una piccola rivoluzione nella storia delle indagini e della criminologia in Italia, visto l'irrompere massiccio dell'uso del Dna nell'inchiesta. Yara infatti dedica anche molto spazio alla pm Letizia Ruggeri, che aveva in mano un unico indizio, il Dna dell'assassino sugli indumenti intimi della ragazza scomparsa il 26 novembre 2010, Yara Gambirasio e poi ritrovata morta. Il successo in Italia, preceduto anche da qualche polemica, era immaginabile. Il film però si è rivelato anche un successo internazionale è il film Netflix (non in lingua inglese) più visto delle ultime due settimane, ha totalizzato 17milioni e 950mila ore di visione, ed è entrato nei primi posti della classifica di Stati Uniti (sesto posto), Spagna (secondo), Francia (terzo) e Gran Bretagna (di nuovo sesto).
Per quanto riguarda l'Italia dopo il successo in streaming e le anteprime nelle sale arriverà prossimamente su Canale e sarà disponibile anche per il grande pubblico della tv generalista. Yara sarà disponibile anche in modalità on demand su Mediaset Infinity.
Alla fine la situazione complessa creata dal Covid si è rivelata anche un'occasione per i registi italiani che hanno trovato un canale d'accesso al pubblico internazionale molto più facile di quello tradizionale. Per usare le parole di Giordana: «Al cinema non sarebbe mai durato». Forse non è vero ma sicuramente ora è approdato in tempo rapidissimo a un successo planetario.
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