Cosa c'è dietro il successo di Squid Game

Un gioco mortale, un gruppo di derelitti che non ha nulla da perdere, il ritratto di una Corea cosmopolita: queste le caratteristiche vincenti di Squid Game, la nuova serie di Netflix che fa impazzire tutti

Cosa c'è dietro il successo di Squid Game

Sappiamo fin troppo bene che Netflix non è solo un canale telematico e contenitore di film e serie tv originali. Il colosso dello streaming mondiale, il primo che ha investito in un sistema di fruizione online di un prodotto di intrattenimento, è diventato anche una finestra sul mondo esterno. Oltre a uno sguardo alla realtà americana e inglese, altre culture sono entrate nella grande famiglia di Netflix. Come quella italiana, spagnola, danese, tedesca e molte altre. Ad oggi c’è anche un grande interesse per la cultura del mondo asiatico, così accattivante e così piena di tradizioni, tanto è vero che nel catalogo ci sono diversi titoli che esplorano quell’universo. Nelle ultime settimane è balzato agli occhi il caso di Squid Game.

È una serie sud coreana che è stata inserita su Netflix lo scorso 17 settembre e, giorno dopo giorno, ha scalato le classifiche di gradimento del pubblico grazie al passaparola sul web, arrivando al primo posto tra le serie più viste in Italia. Tanto da riuscire a scalzare il primato a La casa di carta, Sex Education e Lucifer, storici cavalli di battaglia di Netflix. Non è un successo effimero, quello di Squid Game. Anzi, sono meritatissime le recensione positive che la serie tv ha ottenuto nel corso dell’ultima settimana di settembre. È un prodotto unico nel suo genere, che intrattiene ma che regala soprattutto una sottile satira sul mondo che viviamo, fotografando il lato oscuro della società dei consumi.

Un gioco mortale in cui vince il più furbo, la trama della serie tv

Sono 456 le persone che partecipano a un bizzarro esperimento sociale in cui ognuno lotta per la sopravvivenza e per vincere un montepremi di 456 milioni di won (pari a 33 milioni di euro). Sono persone che sono indebitate fino al collo, che non hanno più nulla, che hanno perso affetti e denaro, e che sono disposti a tutto pur di sopravvivere. La storia di Squid Game si focalizza su cinque personaggi, ognuno con il proprio percorso e un travagliato passato. C’è un uomo sommerso dai debiti che vuole riottenere la custodia della figlia; c’è il capo di una società di investimenti che rischia la galera; c’è la profuga nordcoreana che vuole ricongiungersi con la famiglia, c’è un uomo anziano con un tumore al cervello che sfida la vita; c’è il gangster che fugge dai suoi stessi strozzini e un immigrato pakistano che vorrebbe sostenere la sua famiglia.

Rinchiusi in un’isola-bunker e sorvegliati da un gruppo di uomini incappucciati con i volti coperti, i protagonisti gareggiano in una serie di giochi tradizionali per bambini. Chi vince passa al livello successivo. Chi perde viene ucciso barbaramente. Nonostante la paura di morire e di non sopravvivere a questa competizione, i giocatori stringono i denti e lottano cercare di restare vivi. Nel gruppo, però, c’è un infiltrato. Un giovane poliziotto in cerca del fratello scomparso, si finge uno dei sequestratori nella speranza di poter comprendere le reali motivazioni dietro questo esperimento di morte.

Dalla Corea con furore. Squid Game è una serie che diverte ma inorridisce

Un po’ Hunger Games, un po’ Saw – L’enigmista, un po’ Battle Royal con uno spruzzatina di Parasitefilm coreano che ha vinto agli Oscar nel 2020 -. È una miscela perfetta quella di Squid Game. Anche se la serie tv utilizza un canovaccio molto semplice, grazie alla sua congestione di generi, il racconto si fa subito avvincente e tiene incollato lo spettatore allo schermo fino all’ultimo minuto. E, nonostante stiamo parlando di un prodotto recitato in coreano disponibile su Netflix con i soli sottotitoli in italiano, non è affatto facile restare inermi di fronte alla storia di Squid Game.

La vicenda non perde la sua potenza e si spinge verso territori quasi inesplorati per il moderno mercato televisivo, mettendo in scena un racconto vivido, sincero e di rara crudeltà. Convince, non solo per un plot di grande respiro e che intreccia diverse tematiche sociali, ma convince soprattutto perché al genere thriller unisce una buona caratterizzazione dei personaggi, che non risultato né ridondanti né macchiettistici. Ognuno ha un ruolo ben definito.

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Cosa c’è dietro il suo successo?

Nessuno si sarebbe mai aspettato una serie così peculiare e così interessante. Siamo abituati a canoni stabiliti e a tutti i meccanismi di un prodotto americano o europeo, e di solito ciò che arriva al di fuori della comfort zone viene sempre guardato con diffidenza. Squid Game è stato invece un vera sorpresa. Con lo scorrere dei minuti, è impossibile restare indifferenti a una storia così forte e originale. Un successo meritato che ha trovato terreno fertile in una critica sagace al mondo in cui viviamo, a un mondo che cambia troppo in fretta e che in pochi riescono a rincorrere.

Oltre a una riflessione sul valore del denaro e sulla corruttibilità della mente umana, Squid Game attraverso un esperimento sociale sadico e perverso, fa emergere un ritratto dell’uomo del nuovo millennio, una fotografia egoista e meschina di un uomo che rincorre solo l’appagamento personale, segnato fisicamente da una realtà opprimente che non regala sconti a nessuno.

I biscotti al caramello e i riferimenti alla cultura asiatica

Oltre a questo, Squid Game assume un valore aggiunto perché è anche una fotografia della Corea, fatta di riti di passaggio, di tradizioni, di cibo crudo mangiato agli angoli delle strade, di città sporche e sudice e di vizi e virtù di un popolo che non vuole aprirsi al progresso. I riferimenti al lifestyle asiatico sono tanti e destano molta curiosità, dato che sono anni luce lontani dalla cultura europea.

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Come i giochi di morte che i protagonisti sono costretti a superare. Il gioco del calamaro, ad esempio, è tipico in Corea del Sud tra i bambini del Paese. Di per sé è un passatempo innocente, ma dimostra diversi risvolti violenti. I partecipanti si dividono in attaccanti e difensori. Devono raggiungere l’altra estremità di un rettangolo tracciato sul terreno evitando di cadere al suolo e di sorpassare la linea di demarcazione. Ancor più particolare è il gioco del caramello, diventato già virale sui social, in cui i giocatori devono tagliare un biscotto di caramello molto sottile senza spezzare le estremità. Per i coreani questo è un intrattenimento particolare che stimola la creatività del bambino.

Perché è una serie tv da vedere assolutamente

Irriverente ma temeraria. Con coraggio Squid Game compie un salto in avanti e rompe gli schemi della narrativa a puntate. É una serie tv che punta a emozionare il pubblico.

È violenta, è fuori dai luoghi comuni, ma capace di essere anche – e soprattutto – il racconto della società contemporanea, divisa ancora tra buoni e cattivi, ricchi e poveri. Da vedere perché è interessante il disegno di una Corea cosmopolita ma che resta fedele alle sue tradizioni.

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