Craig, per 007 è tempo di... ritirarsi

Arriva "No Time to Die", ultimo dei 5 titoli con il "macho" Daniel

Craig, per 007 è tempo di... ritirarsi

E, adesso, tutti a chiedersi chi sarà il prossimo 007, dopo che Daniel Craig vestirà, da domani, nelle sale, per l'ultima volta, i panni del famoso agente segreto, in No Time to Die, titolo finalmente approdato al cinema dopo i rinvii forzati causa Covid (doveva uscire nella primavera 2020), sul quale la settima arte si affida, religiosamente, chiedendo il miracolo di una ripartenza, anche negli incassi, definitiva. È il capitolo numero 25 delle avventure di James Bond, il primo diretto da un regista non britannico (l'americano Cary Fukunaga, subentrato dopo l'addio polemico di Danny Boyle per divergenze creative), anche se deve essere considerato il quinto e conclusivo del reboot pensato dagli sceneggiatori per rinfrescare, per non dire rinnovare, il personaggio creato da Fleming, proprio in concomitanza dell'arrivo, con Casino Royale (2006), dell'attuale protagonista. L'idea, vincente, è stata quella di creare un arco narrativo unico che ha attraversato i vari film che lo hanno visto come interprete principale (a cominciare, ad esempio, dalla presenza fissa della Spectre, organizzazione criminale combattuta da Bond) e che, in No Time to Die, troverà il suo epilogo (il che ha comportato una durata record di 2 ore e 43 minuti).

Daniel Craig saluta dopo 15 anni di onorato servizio, dicendo addio a Vodka-Martini e Aston Martin, avendo vinto la sua personale sfida con la stampa. La sua scelta era stata criticata, considerato inadeguato, per non dire vecchio, per la parte; Craig ha dimostrato non solo di essere all'altezza, ma di aver modernizzato l'agente segreto, rendendolo più muscolare, macho, strizzando l'occhio ad un pubblico più giovane, fidelizzandolo. Abbiamo incontrato, in questa minisaga bondiana, uno 007 più umano, con le sue debolezze e fantasmi, alle prese con la nuova tecnologia che avanza e che pone al centro lo scontro generazionale, un Bond che ci ha permesso di scoprire qualcosa di più sulle sue origini. E che ha introdotto una violenza più brutale (riguardarsi la meravigliosa scena d'apertura di Casino Royale).

Anche molto cambiato è l'universo femminile che ruotava intorno al suo mondo; non più (s)oggetti estetici, ma personaggi complessi, che trattano Bond alla pari. Addirittura, arrivando al bellissimo Skyfall (dopo il deludente Quantum of Solace) dove la Bond girl è praticamente assente. Di questi cinque titoli vanno ricordate anche le bellissime scene d'azione, come l'estasiante prologo, a Città del Messico, di Spectre. Ora che Craig va in «pensione», come 007 (divertente che No Time to Die inizi con James Bond che si sta godendo il suo «buen retiro» in Giamaica, non più agente doppio zero), ci si domanda come sarà il futuro di questa saga.

Per questo, sarà determinante capire su chi ricadrà la pesante eredità di sostituire Craig (sarà donna, come si vocifera?), perché dalla scelta che sarà fatta si potrà intuire come e se evolverà uno dei personaggi più cari dell'universo letterario e cinematografico. A sensazione, diciamo che sarà difficile che si discosti troppo da quello che abbiamo (ri)amato in questi ultimi cinque capitoli.

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