Debbie Harry rivela i retroscena hot di David Bowie e Iggy Pop

Nell’autobiografia “Face Me”, la cantante dei Blondie racconta una serie di aneddoti bollenti sul Duca Bianco e non solo: “Le dimensioni di David erano note e amava spesso tirarlo fuori, per gli uomini e per le donne”

Debbie Harry rivela i retroscena hot di David Bowie e Iggy Pop

Debbie Harry è sempre stata trasgressiva e continua ad esserlo ancora oggi. Dopo milioni di copie vendute e memorabili concerti dal CBGB di New York al resto del mondo, la cantante dei Blondie ha appena dato alle stampe l’autobiografia Face Me. Un memoir nel quale la voce del brano tormentone Call Me, celebre nella colonna sonora di American Gigolò, racconta una serie di curiosi retroscena su alcuni miti del rock.

Nel 1977 i Blondie aprirono i concerti di Iggy Pop con David Bowie alle tastiere. Uomini da perderci la testa, rivela la Harry, ma anche personalità davvero sui generis. Come accadde quando i due, rimasti a secco di cocaina, si misero a cercarla disperatamente perché la loro spacciatrice newyorkese era morta all’improvviso.

Un amico – ricorda Debbie – mi aveva dato un grammo che avevo toccato a malapena. A me non importava troppo della coca, mi rendeva nervosa e mi faceva venire mal di gola. Quindi sono andata di sopra e David e Iggy se la sono tirata in un colpo solo. Poco dopo, David ha tirato fuori il ca**o, come se io fossi l’addetta ufficiale al controllo del suo coso. Dato che ero in una band tutta di maschi, forse hanno pensato davvero che fossi la donna controllore”.

Debbie Harry: “Le dimensioni di David Bowie erano note”

Le dimensioni del Duca Bianco, d’altronde, erano note. “A lui – confessa la cantante – piaceva spesso tirarlo fuori, per gli uomini e per le donne. Era divertente, adorabile e sexy”. Meno l’Iguana degli Stooges. “Mi sono chiesta spesso – ammette Debbie Harry – perché a me non l’abbia mai fatto vedere”.

Come riportato da Page Six, nel suo libro la Harry racconta anche quando venne quasi rapita da Ted Bundy, il serial killer tornato alla ribalta con un documentario di Netflix, e quando il produttore Phil Spector, interpretato da Al Pacino in un recente biopic, accoglieva in casa i suoi ospiti con in pugno una Colt .45.

L’episodio peggiore, però, fu quando negli anni Settanta venne violentata a casa sua da un ladro.

Sono molto contenta che sia successo prima dell’AIDS – scrive la cantante – altrimenti avrei dato di matto. Alla fine, il fatto che ci rubò le chitarre mi ferì più dello stupro: eravamo rimasti senza strumenti”.

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