Su Netflix la novità del momento non è un film o una serie tv ma un documentario a puntate. La piattaforma di intrattenimento in streaming ha diverse docu-serie ma quella che ha destato più clamore tra il pubblico è Conversation with a Killer - The Ted Bundy Tapes, che racconta la vera storia di Ted Bundy, serial killer statunitense.
Ted Bundy è un assassino degli anni ‘70 a cui sono attribuiti oltre trenta omicidi, che ha sconvolto l’America e introdotto per la prima volta un nuovo concetto di serial killer. Sono molte le particolarità che hanno reso Ted Bundy un soggetto degno di nota. Il documentario di Netflix riporta audio inediti di Ted Bundy con numerose interviste da parte di giornalisti, agenti di polizia e dell’FBI che nel tempo hanno tentato di ricostruire cosa avveniva nella mente di questo sadico personaggio.
Un resoconto cronologico che parte dagli omicidi a Seattle e Salt Lake City arrivando poi a quelli in Florida. Nel mezzo le due fughe, di cui la seconda lo vede latitante per mesi, fino a quando, per caso, viene fermato e arrestato. Il documentario racconta anche le vicende processuali di Bundy, con la spettacolarizzazione del giudizio da parte dell’imputato che riesce ad allontanare i suoi legali e diventare difensore di sé stesso.
Netflix riguardo a questa docu-serie ha precisato: “non guardatela da soli” e “non affezionatevi a Ted Bundy”. Quest’ultimo avvertimento è anche una delle caratteristiche di Bundy e della sua carriera da assassino. Oltre ad essere uno spietato omicida, stupratore e necrofilo, è tra i più significativi killer della storia per il suo modus operandi e per la sua capacità di manipolare le persone.
Siamo di fronte ad un uomo di bell’aspetto, laureato in psicologia, studente di legge, attivista politico per il partito repubblicano, membro della chiesa metodista e quindi con tutte le carte in regola per poter far parte della borghesia statunitense del periodo. Il classico personaggio che quando viene descritto dai vicini è quello che “salutava e sorrideva sempre”.
Lui stesso spiega come non ci siano traumi nella sua infanzia che siano identificabili quali cause del suo comportamento. Inoltre Bundy non aveva quegli elementi lombrosiani - come tratti deformi del viso - tali da farlo “saltare all’occhio” di qualcuno. Infatti è stato per puro caso, o forse per un sesto senso negli ufficiali di polizia coinvolti, che è stato fermato e catturato per due volte.
Il suo aspetto e la sue capacità manipolatorie hanno fatto in modo che si potesse trasformare in altre persone, sfuggire alla giustizia per molti anni e creare una sorta di mito. La storia di Ted Bundy è stata già oggetto di tre film, ed è anche fonte di ispirazione per il personaggio di Patrick Bateman nel romanzo di Bret Easton Ellis “American Psycho”, il quale appunto si distingue per essere un pluriomicida di bell’aspetto. È in uscita anche un quarto film, con protagonista Zac Efron, che dopo il primo trailer ha già destato molto clamore.
Risulta evidente che proprio perché è stato difficile comprendere come "funzionava" Ted Bundy, risulta altrettanto arduo realizzare un
film su di lui. Quindi se volete cercare di capire chi era questo macabro soggetto, tra i più spietati serial killer della storia, il documentario di Netflix può darvi di sicuro un’idea più accurata di qualsiasi altro film.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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