Defiance, così gli ebrei riuscirono a salvarsi

Defiance - I giorni del coraggio è la pellicola con Daniel Craig che racconta la vera storia dei fratelli chee riuscirono a salvare migliaia di ebrei, vivendo tra i boschi

Defiance, così gli ebrei riuscirono a salvarsi

Defiance - I giorni del coraggio è un film con Daniel Craig e Liev Schreiber che andrà in onda questa sera alle 20.59 su Iris. La pellicola diretta da Edward Zwick e tratta dal romanzo Gli ebrei che sfidarono Hitler di Nechama Tec racconta - in maniera romanzata - una storia vera, risalente alla seconda guerra mondiale, nell'Europa occupata da nazisti.

Defiance - I giorni del coraggio, la trama

L'anno è il 1941 e la Seconda guerra mondiale continua a mietere vittime. Sulla Bielorussia, come su gran parte d'Europa, si è estesa la macchia dell'occupazione nazista. In particolar modo le unità dell'Einsatzgruppen vanno a caccia di ebrei per ucciderli e mandare avanti la terribile e crudele visione di Hitler e del Terzo Reich. Tra gli ebrei che sono riusciti a scappare al fuoco nazista e alla polizia corrotta ci sono i fratelli Bielski: Tuvia (Daniel Craig), Zus (Schreiber), Asael (il Jamie Bell di Billy Elliot) e Aron (George MacKay). Dopo la morte dei loro genitori i fratelli cercano riparo nella foresta di Naliboki dove daranno il via a una sorta di resistenza clandestina, che avrà lo scopo di mettere in salvo quanti più ebrei possibili.

La vera storia dei fratelli Bielski

Pur con la solita semplificazione che Hollywood dedica ai fatti storici europei che decide di portare sul grande schermo, Defiance - i giorni del coraggio è un film che ha avuto il merito di far conoscere a un'ampia fetta di pubblico eventi della Seconda guerra mondiale che, altrimenti, avrebbero corso il rischio di rimanere sconosciuti. Come racconta Britannica, i fratelli Bielski nacquero a Stankevichi, un villaggio vicino a Nowogròdek, che oggi fa parte della Bielorussia. Si trattava dell'unica famiglia ebrea di una piccola comunità e questo li rese ben presto indipendenti e autosufficienti. I fratelli avevano ognuno una personalità diversa: Tuvia, il maggiore, era noto per le sue qualità di leader ma anche per la sua intelligenza. Asael, il mezzano, era noto per la sua etica del lavoro, mentre Zus era un ragazzo irascibile, che per il suo temperamento era già andato incontro ad alcuni problemi con la legge.

Nel dicembre del 1941 i tre fratelli rimasero soli: i genitori e due dei fratelli più giovani erano stati uccisi. Molti ebrei della regione, a quel punto, venivano spediti a vivere nei ghetti o uccisi direttamente. Questa consapevolezza spinse i fratelli Bielski a cercare rifugio nei boschi che avevano visitato innumerevoli volte quando erano bambini. E lì diedero riparo a molti altri ebrei, compreso l'altro loro fratello, sopravvissuto alla strage, Aron. Nella primavera del 1942 i fratelli protagonisti di Defiance decisero di spostarsi insieme agli altri in un'altra zona boscosa, situata tra la città di Minsk e il fiume Neman. A differenza di quanto credevano i fratelli minori, convinti che un piccolo gruppo fosse più facile da proteggere, Tuvia decise di allargare la comunità e dare riparo a chiunque avesse bisogno di scappare dai nazisti e dalla polizia collaborazionista.

Una decisione che portò Tuvia a recrutare ebrei dal ghetto: nonostante fosse una vita piena di rischi e di incertezze, molti decisero di unirsi alla lotta e nell'autunno del 1942 il gruppo dei fratelli Bielski poteva contare più di cento membri. Se all'inizio lo scopo era "solo" quello di aiutare le persone in fuga, ben presto i fratelli Bielski si unirono a un gruppo di partigiani che già da tempo aveva aperto il fuoco contro i nazisti. Questa unione portò, nell'ottobre del 1942, ad assaltare un convoglio tedesco, che fece morire un soldato nazista. L'evento aiutò a incrementare la reputazione dei fratelli Bielski: una reputazione che rese i soldati tedeschi ancora più volenterosi di mettere fine a questo gruppo di resistenza. Durante l'inverno ci furono molti scontri, che portarono alla morte di almeno dieci membri del gruppo dei Bielski, mentre la minaccia maggiore arrivava dalle temperature ferree della zona, che con sé portarono non solo il freddo, ma anche malattie difficili da affrontare.

Inoltre, dal momento che la reputazione del gruppo cresceva così come il numero dei membri che lo componeva, ben presto ci si rese conto che bisognava occuparsi della sicurezza. Soprattutto quando nel giugno 1943 il campo dei Bielski venne attaccato di nuovo, costringendo Tuvia e gli altri a spostarsi per l'ennesima volta. Fondarono un nuovo campo sotto il controllo dei partigiani sovietici e lo chiamarono Jerusalem, come Gerusalemme. Si trattava di un campo abbastanza isolato che permetteva di organizzare attività di resistenza, come piazzare dispositivi esplosivi sulle strade o attaccare gli avamposti tedeschi. Nel luglio del 1944 l'Armata Rossa liberò dai nazisti l'area in cui si trovava il campo dei fratelli Bielski. Al giorno della liberazione il gruppo consisteva in circa 1140 ebrei che, con le loro operazioni, avevano portato alla morte di almeno 380 soldati nemici.

Asael venne ucciso durante l'assedio di Konigsberg nel febbraio 1945, mentre Tuvia e Zus emigrarono in Israele, prima di trasferirsi negli Stati Uniti e condurre delle vite comuni, anonime, lontane dagli eventi della Seconda guerra mondiale.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica