Diletta Leotta: Daria Bignardi difende l'abito sexy

Daria Bignardi torna a parlare del look di Diletta Leotta al Festival di Sanremo, difendendola da chi l'ha attaccata per il suo abbigliamento sexy, soprattutto in rete

Diletta Leotta: Daria Bignardi difende l'abito sexy

L'abito di Diletta Leotta al Festival di Sanremo? Ha rafforzato il suo messaggio contro il cyberbullismo. Ne è certa Daria Bignardi: nel suo classico corsivo su Vanity Fair in edicola, l'attuale direttrice di Rai 3 è scesa in difesa della conduttrice sportiva. La giornalista ne aveva parlato anche la settimana scorsa sul suo spazio blog sull'edizione online della testata.

Leotta è stata ospite sul palco dell'Ariston nelle scorse settimane per parlare di cyberbullismo di cui è stata vittima. Il suo smartphone è stato infatti hackerato e tutto ciò che vi era all'interno è stato diffuso in Rete. In televisione, di fronte a quell'enorme platea da 50% di share, Leotta ha raccontato il suo dramma per sensibilizzare, soprattutto i più giovani e i più inesperti con le nuove tecnologie.

C'è stato però chi si è focalizzato sul suo abito molto sexy: tra questi la conduttrice Caterina Balivo, la quale ha affermato la propria posizione sfavorevole in alcuni tweet. Di parere opposto è invece la direttrice di Rai 3, che ha spiegato come un abito non possa e non debba essere la ragione per mettere in dubbio il diritto alla privacy.

"Non solo Diletta Leotta invece ha reagito e ha denunciato, ma si è presentata a Sanremo per parlare di cyberbullismo vestita come un papavero sexy - ha scritto Bignardi sulla sua rubrica - corpetto a reggiseno e ampia gonna con spacco – subito definito «alla Belén» – rossi, con ricami argentati. Una scelta che rafforza il messaggio del non lasciarsi intimidire dai violenti e dagli scorretti".

La giornalista ha anche citato le posizioni di Alba Parietti - che aveva "parlato dell’opportunità di un abbigliamento più sobrio se si parla di un tema serio" - e di Maria De Filippi, che invece si era pronunciata sul sillogismo "È come dire che ti violentano perché avevi la minigonna".

"Vestirsi è un’arte e un divertimento, oltre che un piacere.

Vestirsi per lavoro, se si ha un ruolo pubblico, a volte è un dovere - ha concluso Bignardi, che ha anche espresso un parallelismo con la notte degli Oscar - Per una donna di venticinque anni che va al Festival di Sanremo, non a un convegno alla Camera, a dire alle ragazze più giovani di lei di non aver paura delle intimidazioni e delle violenze, perché avere nel telefonino foto private e intime non è una colpa, ma la colpa ce l’hanno i ladri che le rendono pubbliche, secondo me un vestito rosso da papavero sexy è perfetto".

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