Dalla droga alla preghiera. Il jazz mistico di Coltrane

Dopo anni di disperazione e dipendenze, nacque uno degli album più commoventi (e famosi) nella storia della musica novecentesca

Dalla droga alla preghiera. Il jazz mistico di Coltrane

La critica scoprì John Coltrane nel 1956 e allora i giudizi su di lui non furono molto positivi. Bollato come artista nihilista o addirittura «anti-jazz», fu frettolosamente accorpato nella schiera dei nuovi hard boppers e soprattutto dei giovani sassofonisti arrabbiati per la foga e la virulenza con cui suonava il sassofono.

Eppure, già allora non era la presunta rabbia (o il senso di ribellione) ad animare il suo sound ma - come spiegò egli stesso -: «Penso che la cosa principale che un musicista vorrebbe fare sia dare all'ascoltatore un quadro delle tante cose meravigliose che conosce e sente nell'universo. Questo è ciò che la musica è per me: una delle maniere di dire che l'universo in cui viviamo, che ci è stato dato, è grande e bello». Quella di Coltrane fu una ricerca infinita, un continuum che lo portò dal rhythm'n'blues ai suoni improvvisati, dall'hard bop alla musica modale, sempre alla ricerca del senso profondo dell'universo e della spiritualità. Non basterebbe un libro per narrare le sue avventure sonore con Miles Davis, con Thelonius Monk in cui faceva vibrare i suoi assolo nelle inimitabili «sheets of sound» (le cortine di note), del gruppo che legò grandi artisti per poi cristallizzarsi con McCoy Tyner al piano, Jimmy Garrison al basso e il rivoluzionario Elvin Jones alla batteria.

Da quel momento la storia del jazz prese un nuovo alveio e - come ricorda Arrigo Polillo - «i sassofonisti smisero di rifarsi a Charlie Parker per tentare di imitare John Coltrane e i batteristi si ingegnarono di seguire l'esempio di Elvin Jones» le cui percussioni assumevano sempre più un ruolo di primo piano. Da questo gruppo, nel 1965, nacque A Love Supreme, uno dei capolavori di Coltrane (e della storia del jazz), un album mistico, spirituale e che guardava al futuro mettendo in un unico vaso di Pandora le mille radici sonore afroamericane. Un disco che viene ristampato oggi (prodotto da Bob Thiele e registrato e mixato da Rudy Van Gelder) con il sottotitolo The Complete Masters, con le parti aggiunte nella ristampa del 2002 e soprattutto con tutti gli inediti legati a queste storiche sessions. Il cofanetto, arricchito da uno splendido libretto con foto e annotazioni autografe di Trane, è la summa della sua spiritualità e contiene tre cd...

Il primo disco riporta la versione originale stereo di A Love Supreme, la suite in quattro parti in cui l'artista racconta il suo rapporto con Dio (o con le più svariate forme di religiosità) attraverso i quattro movimenti Acknowledgement, Resolution, Pursuance, Psalm, più le inedite versioni mono, tratte dal nastro originale, di Pursuance e Psalm. Come abbiamo detto, la ricerca di Dio è un tema costante nella vita di Coltrane. Il suo modernissimo progetto è - paradossalmente - uno sguardo al passato, un recupero di quel senso religioso da lui sempre ricercato e a tratti perso correndo dietro alla dura realtà o finendo schiavo di una siringa piantata in una vena... «Nel 1957 (quel '57 in cui si tirò fuori dalla trappola dell'eroina, ndr) ho conosciuto la grazia di Dio, una rinascita spirituale che mi ha condotto a una vita più ricca, più piena, più produttiva». Quindi A Love Supreme covava nel suo animo da sette-otto anni e quando prese forma definitiva il mondo stava avviandosi ai grandi cambiamenti culturali e musicali della seconda metà degli anni Sessanta...

Nel 1964 Coltrane interrompe la sfibrante vita on the road e i tour e si ritira in isolamento nella sua nuova casa a Long Island con la nuova famiglia (ha lasciato Naima) e soprattutto con la nuova moglie Alice (musicista che incontrò al Birdland e che ne proseguirà l'opera con buon successo). Il buen retiro (si era completamente isolato in una stanza sopra il garage) dove si dedicò anima e corpo al suo progetto. Quando scese da quella stanza, con l'opera completata, aveva l'aria ascetica di «Mosè appena sceso dalla montagna», ricorda Alice. Nella prima stesura, A Love Supreme avrebbe dovuto essere eseguita da un nonetto. Invece Acknowledgement fu eseguita e registrata in sestetto con il re dell'avanguardia Archie Shepp al sassofono e Art Davis (vecchio compagno di avventura di Trane) al secondo contrabbasso. Queste sei versioni inedite di Acknowledgement (insieme ad altre versioni alternative e grezze, non trattate del quartetto) fanno parte del secondo, prezioso album, mentre il terzo è dedicato all'unica esecuzione dal vivo completa di A Love Supreme, incisa al Festival di Antibes del 1965 e registrata dalla televisione francese.

Di questa performance Jean Francoise Comolli scrisse: «il jazz non è mai stato portato a tal punto di esaltazione, l'improvvisazione così vicina al delirio e la bellezza tanto vicina alla mostruosità, che è la perfezione superumana. Musica non celeste ma infernale, in cui l'amore di Dio è la morte dell'uomo». Poi arriveranno altri capolavori come Ascension, Meditation, Om.

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