Allora qui si parla di rock, quello vero, suonato per tanto tempo nelle piazze e ora pronto a mettersi in gioco per il grande, magari grandissimo pubblico. A dispetto del nome, i Fast Animals and Slow Kids, per gli amici Fask, sono italianissimi di Perugia, hanno un bel po' di gavetta alle spalle e con il loro penultimo disco Animali notturni sono entrati nei primi dieci posti della classifica. Ma ora meritano il passo avanti. Il nuovo disco si intitola È già domani, esce venerdì 17 ed è un compendio di rock italiano come si deve, ben suonato, ottimamente cantato da Aimone Romizi e pure imperniato sui concetti fondamentali della nostra attualità. In poche parole, un disco da ascoltare.
«Da dentro non ci siamo accorti che sono passati già dieci anni - hanno detto ieri durante la presentazione -. Siamo rimasti sempre gli stessi e anche l'approccio tra di noi, da band, è rimasto immutato». Per capirci, gli equilibri dentro i gruppi sono sofisticati e complessi, spesso frutto di scontri, confronti, talvolta litigi: «Da sempre il percorso che ci porta a un pezzo è una guerra continua e quando arriviamo al risultato finale, questo è realmente frutto del pensiero condiviso di ognuno di noi». Parole di un tempo, di quel tempo nel quale si suonava e si componeva spalla a spalla in studio di incisione e non da soli davanti a un tablet.
Accompagnato dal singolo Stupida canzone, il disco sarà presentato con una iniziativa fuori dal comune sempre venerdì al Teatro della Pergola di Firenze dove la band si confronterà con il pubblico e alcuni ospiti sui temi portanti del disco. Una sorta di faccia a faccia per comprendere ancora meglio il significato di canzoni come Un posto nel mondo o Rave o Fratello mio, che sono miscele di idee e chitarre, di riflessioni e begli arrangiamenti.
Tra l'altro È già domani gode del testo di Lodo Guenzi dello Stato Sociale in Come un animale e di Willie Peyote in Cosa ci direbbe, due pezzi che da soli valgono l'ascolto di tutto l'album. «La scelta di invitare Willie a collaborare con noi è figlia di un rapporto di amicizia, di scambio, a prescindere dal nostro o dal suo lavoro. Lo abbiamo chiamato dicendo aiutaci a spiegare meglio questo concetto. E lui lo ha fatto perfettamente».
In poche parole, i Fast Animals and Slow Kids hanno gli ingredienti giusti per fare quel salto di qualità che obiettivamente si meritano. Magari ricevendo un più di (meritata) attenzione dai grandi network radiofonici.
Oppure andando al Festival di Sanremo che, si dice, hanno già sfiorato nel recente passato: «Negli ultimi anni il Festival è cambiato radicalmente e ora lo vediamo come un palco interessante con cui confrontarci. L'unica cosa importante per noi è rimanere sempre fedeli a noi stessi», spiegano. E la loro carriera è lì a confermarlo.
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