In "Ennio" Tornatore intona un inno alla grandezza musicale di Morricone

Arriva nelle sale il documentario che racconta una vita di note

In "Ennio" Tornatore intona un inno alla grandezza musicale di Morricone

È un impressionante lavoro, in profondità, sulla grandezza di un artista, due volte premio Oscar e autore di oltre cinquecento colonne sonore, visto da un altro grande artista che però sa farsi da parte pur essendo il regista del film. Insomma Ennio di Giuseppe Tornatore su, appunto, Morricone si trasforma in un documento unico che riesce a raccontare l'intima essenza del grande musicista con una lunghissima e, molto spesso, commovente intervista da parte di un regista che ha coronato un sogno perché, dice, «ho lavorato trent'anni con Ennio Morricone. Ho fatto con lui quasi tutti i miei film e quindi ho voluto realizzare Ennio per far conoscere la sua storia al pubblico di tutto il mondo che ama le sue musiche». Tra questi gli intervistati del calibro di Bertolucci, Montaldo, Bellocchio, Argento, i Taviani, Verdone, Barry Levinson, Roland Joffè, Oliver Stone, Quentin Tarantino, Bruce Springsteen, Nicola Piovani, Hans Zimmer e Pat Metheny.

Il documentario inizia con il tic-tac tic-tac del metronomo e Morricone che, nel suo studio, si accorda allo strumento facendo la ginnastica mattutina e prende le mosse dall'inizio della sua vita artistica, dal musicista bambino instradato allo studio della tromba dal padre che usava lo stesso strumento. Poi al conservatorio allarga le conoscenze alla composizione, per diventare allievo di Petrassi. Ma intanto, per vivere, ecco gli arrangiamenti per il Quartetto Cetra, le canzoni come Il barattolo, Con le pinne, fucile ed occhiali e Abbronzatissima di Edoardo Vianello, Il mondo di Jimmy Fontana, Se telefonando resa celebra da Mina e scritta da lui «mentre andavo a pagare la bolletta del gas».

Insomma da una parte la musica alta e dall'altra quella cosiddetta bassa. Un cruccio per Morricone che nell'intervista, tra le lacrime, mormora: «All'inizio mi sentivo colpevole, volevo la rivincita vincere su questa colpevolezza». Poi si lascia andare, con grande scorno di Petrassi, e, dopo Il Federale di Luciano Salce inizia una carriera di compositore di colonne sonore che lo renderà celebre, riconoscibile e riconosciuto in tutto il mondo. Sergio Leone, certo, ma anche Montaldo, Pasolini, Petri e decine di altri. Il suo segreto l'amore per i suoni con intuizioni musicali uniche come l'urlo del coyote nel tema di Il buono il brutto, il cattivo, o il fischio leggendario, sempre per Leone, eseguito da Alessandro Alessandroni che scherza sulla durata richiesta dal regista: «All'anima della fischiatina».

Ennio, prodotto da Gianni Russo e Gabriele

Costa, e con un grandissimo lavoro sulle immagini di repertorio, uscirà al cinema, distribuito da Lucky Red in collaborazione con Tim Vision, con alcune anteprime il 29 e 30 gennaio, e poi in tutti i cinema dal 17 febbraio.

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