Etichetta d'avanguardia tra suoni classici e moderni

L'indipendente Silta Records ha pubblicato quattro album

Etichetta d'avanguardia tra suoni classici e moderni

Avanti a tutto: le idee. Se ci sono quelle, non c'è crisi del mercato, non c'è pirateria che tenga. È quello che ha pensato la Silta Records, etichetta indipendente di Milano guidata con mano sicura da Giorgio Dini, per la sua ultima collana, «Siltaclassics», dedicata alla musica classica-moderna. Grandi nomi, nomi giovani, interpreti italiani per musica improvvisata o scritta, ma sempre eccentrica e dir poco inusuale. Sono quattro i dischi usciti finora.
Il primo è coraggioso: due voci femminili e null'altro. Un intreccio improvvisato e contorto, a volte poetico, altre schizofrenico fra Michiko Hirayama e Marilena Paradisi (nella foto) giapponese trapiantata in Italia. Unico consiglio per l'ascolto di questo Prelude for Voice and Silence: dimenticatevi tutto ciò che sapete della musica e lasciatevi avvinghiare dalle voci. Gianni Lenoci sceglie invece John Cage, in piano solo, per un disco dal semplice titolo One, che vola a mezz'aria, dolce, dissonante eppure morbido. Dovrebbe essere fatto ascoltare ai fan dei vari Allevi, tanto per far capire loro dove sta la madre (assai più bella) di quel pianismo lì. E anche per portare alla luce Lenoci, pianista a dir poco eccezionale.
C'è poi un altro gigante: il Karlheinz Stockhausen, di Für Kommende Zeiten, musica ideata a fine anni Sessanta mentre imperversava il free jazz. Una sonorità quasi minimalista, su una partitura che suggerisce cosa suonare ma senza scriverlo per esteso, fatta di interventi misurati e tenuti in equilibrio dai musicisti dell'Intuitive Music Quartet (fra cui lo stesso Giorgio Dini). L'antidoto alla musica fracassona è servito.
Interessante anche il quarto nato della collana, il Tempus Fugit di Sergio Sorrentino, talentuoso chitarrista, le cui composizioni e interpretazioni sono rigorose e perfette, grazie anche alla qualità di registrazione. Un disco-viaggio, dai primi approcci molto classici fino a un sound elettrico inaspettato, passando per Bach e il flamenco, ma senza che ci si possa accorgere di tutto ciò. Ipnotico.


Insomma: idee buone, musicisti super, registrazioni perfette, packaging elegante. E un concept di fondo che unisce i titoli del catalogo e gli dona armonia e consequenzialità. Cose che non appartengono alle scelte delle grandi etichette.

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