Rovazzi contro i gilet arancioni: "Il Covid non esiste? Impazzisco"

Dopo la drammatica esperienza personale del nonno morto per Covid in una RSA, Fabio Rovazzi va contro i gilet arancioni, che in piazza portano le tesi sull'inesistenza dell'epidemia

Rovazzi contro i gilet arancioni: "Il Covid non esiste? Impazzisco"

L'estate italiana del 2020 non avrà i suo tormentone o, per lo meno, non lo avrà firmato da Fabio Rovazzi. Il cantante esperto in canzoni dalla verve estiva e scanzonata non uscirà con nessun nuovo pezzo nei prossimi mesi, tanto meno con una canzone leggera così come ci ha abituato fin dal 2016. Non è un momento facile per lui, che proprio durante il lockdown ha perso il suo amato nonno per il coronavirus, una circostanza che non gli permette di essere nel giusto mood per una ballad spensierata, come da lui stesso dichiarato al Corriere della sera.

"La quarantena è stata un periodo buio non solo per l’assenza di stimoli ma per altri eventi drammatici che mi sono accaduti. La mia musica e i miei video sono sempre frutto delle sensazioni che vivo e quindi non mi sarebbe venuto un pezzo allegro", ha amesso Fabio Rovazzi che pare non abbia nemmeno provato a scrivere qualcosa che sarebbe risultato artefatto anche alle orecchie dei suoi ammiratori. Dal suo punto di vista, l'estate 2020 potrebbe essere quella della svolta culturale per la tradizione musicale estiva del nostro Paese, dove probabilmente le melodice tanto amate fino all'anno scorso potrebbero risultare anacronistiche: "Siamo in una fase di stallo, c’è desiderio di festeggiare ma non c’è la festa. Spero che escano canzoni consone al momento. A meno che gli strusciamenti non siano quelli dei gilet arancioni". Le manifestazioni in piazza di Pappalardo e dei suoi seguaci hanno fatto riflettere Fabio Rovazzi: "Il caso dei gilet arancioni in piazza Duomo mi ha stupito. Non per le persone che ci sono andate ma per l’autorità che non si è fatta sentire".

Sull'argomento, Fabio Rovazzi è particolarmente sensibile e gli argomenti portati nelle piazze da parte dei gilet arancioni, che negano l'esistenza di una pandemia, gli provocano fastidio e indignazione: "Quando qualcuno dice che il coronavirus non esiste lo prendo di petto. Impazzisco. Ho vissuto una tragedia da vicino". Suo nonno era ricoverato in una RSA dove, per sua ammissione si viveva una situazione drammatica. "Ho vissuto mesi brutti combattendo contro cose assurde. Avrei potuto fare un post di divisione e attacco. Non l’ho fatto per rispetto del nonno e per non sporcare il nostro rapporto. Con i giorni ho capito che cercare il colpevole per una cosa imprevedibile come questa non era utile", ha dichiarato il ragazzo, che adesso assapora la libertà riacquistata traslocando nella sua nuova casa, un concentrato di tecnologia e di innovazione: "È la mia prima casa di proprietà, la vivo come un conquista personale".

Anche lui, come altri suoi colleghi, durante la quarantena ha provato il format delle dirette Instagram e ha ospitato moltissimi personaggi dello spettacolo italiano.

Ha cercato di uscire dagli schemi invitando anche Matteo Renzi, nonostante il parere contrario di moltissimi personaggi del web: "Mi hanno sconsigliato di invitarlo perché ai ragazzini non interessa la politica. Ero preoccupato che facesse propaganda. Anche fare il simpatico in fondo lo è, ma poteva fare peggio".

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