"Nessun invito", "Clima infame". Ed è guerra tra Favino e la Lega

Pierfrancesco Favino provoca Matteo Salvini a Festival di Venezia prima della proiezione di Padre Nostro e la Lega accusa l'attore di creare un clima "infame e ostile"

"Nessun invito", "Clima infame". Ed è guerra tra Favino e la Lega

La Mostra del cinema di Venezia è il primo grande evento italiano dopo il lockdown. In Laguna si cerca di ritrovare il clima leggero, scanzonato e festante delle scorse edizioni ma è difficile. sui red carpet gli abiti di gala non mancano ma quest'anno c'è l'immancabile presenza della mascherina, che le star esibiscono nelle fogge più disparate e originali. L'unica cosa che, soprattutto in clima elettorale, sarebbe stato meglio non portare a Venezia è la politica. Invece, complice l'annuncio che Matteo Salvini sarebbe arrivato in Laguna per assistere alla proiezione di Padre Nostro, Pierfrancesco Favino non ha mancato di provocare il leader della Lega, a Venezia in veste di privato cittadino.

L'attore e conduttore, protagonista della pellicola, ha voluto specificare di non aver invitato Matteo Salvini: "Non l'abbiamo invitato, credo che ciascuno sia libero di andare alle proiezioni. Conoscendo la sua capacità di saperci essere in un momento importante, mi fa piacere". Non pago di quanto dichiarato, Pierfrancesco Favino è andato anche oltre, lasciando intendere che il leader della Lega fosse lì in azione di propaganda: "Se devo ragionare in termini di manipolazione, non credo che questo sia un film che dia questa possibilità, non è manipolabile". Un'accusa forte, che si basa sull'appoggio che Matteo Salvini ha sempre fornito alle forze dell'ordine e ai militari del nostro Paese, impegnati nel mantenimento della sicurezza e dell'ordine pubblico, anche se troppo spesso messi alla gogna. "Non è un film pro poliziotti o pro Nap", ha concluso Pierfrancesco Favino. Il racconto di Padre Nostro ha come sfondo gli anni di piombo in Italia e, nonostante la provocazione a Salvini, l'attore e co-produttore ci tiene a specificare che "la nostra urgenza fosse raccontare quegli anni, ma l'infanzia in quegli anni, lo sguardo di un bambino e credo che il film ci riesca. Il messaggio politico credo che stia proprio in questo".

Matteo Salvini è arrivato in Laguna con la fidanzata Francesca Verdini nel tardo pomeriggio di ieri. Elegantissimo, ha preferito non raccogliere la provocazione di Pierfrancesco Favino. "Mi fa piacere vedere un film italiano, con attori italiani, con produzione italiana, che racconta una storia italiana, di anni difficili, per cui mi sono ritagliato due ore di tempo in questo periodo complicato e intenso", ha semplicemente dichiarato il leader della Lega, dopo aver scherzato sulla mascherina, indossata poco prima di entrare all'Hotel Excelsior.

È Gianmarco Senna, consigliere in Regione Lombardia in forza alla Lega ad alzare la voce su Twitter contro l'attore: "Ma è normale che Salvini si presenti come privato cittadino alla prima di un film con la sua compagna, e l’attore di quel film si senta in obbligo di specificare che non ha invitato lui Salvini? Un clima infame e ostile!".

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