Sei Nastri e una menzione speciale a «Pinocchio», il film più votato, che vince anche per la regia di Matteo Garrone e per l'incisivo Geppetto di Roberto Benigni. Ma la vera sorpresa, quest'anno, è «Favolacce» dei fratelli D'Innocenzo, Miglior film vincitore di 5 Nastri.
Si può riassumere così il 74esimo Premio dei giornalisti per il cinema, assegnato ieri al Maxxi di Roma, per la prima volta in diretta su Rai Movie. La serata, messa in piedi con il sostegno del Mibact, ha inaugurato i grandi eventi dal vivo, nel segno della rinascita d'un settore penalizzato, ma ancora operoso.
Sei Nastri, dunque, per «Pinocchio», che vince per il miglior attore non protagonista, con il premio Oscar Roberto Benigni; per la scenografia, il montaggio, il sonoro e i costumi di Massimo Cantini Parrini, il quale riceve il Premio anche per «Favolacce». Il film, scritto e diretto dai fratelli D'Innocenzo, rivelazione dell'anno con l'Orso d'argento a Berlino, ottiene 5 nastri, oltre al miglior film, anche per la sceneggiatura, degli stessi D'Innocenzo, per il produttore e la fotografia.
Poteva mancare Pierfrancesco Favino? Egli, per il secondo anno consecutivo, ritira il nastro come miglior attore protagonista in «Hammamet», dov'era nel ruolo di Bettino Craxi. I giornalisti cinematografici hanno premiato anche Jasmine Trinca, miglior attrice protagonista de «La Dea Fortuna» (3 nastri) e Valeria Golino, quale miglior attrice non protagonista di «5 è il numero perfetto». Nell'ambito della commedia, «Figli» di Giuseppe Bonito è il film dell'anno che ha ottenuto riconoscimenti anche per i protagonisti Paola Cortellesi, al suo terzo nastro consecutivo (domanda: ma non sarà che la casta dei cast è sempre quella?) e Valerio Mastandrea, miglior attore di commedia. Un tris di premi, nel ricordo dello sceneggiatore Mattia Torre, autore del monologo da cui è tratto il film.
Oltre alla miglior attrice protagonista, «La Dea Fortuna» conquista anche i premi per la musica, con il nastro a Pasquale Catalano per la miglior colonna sonora, dalla quale s'affaccia anche la voce di Mina.
I premi del Sindacato dei giornalisti cinematografici, nato nel 1946, si schierano dalla parte di chi lavora dietro le quinte, di quei professionisti che spesso non compaiono, pur essendo indispensabili.
Per sottolineare la coralità del lavoro artistico, ecco il nastro dell'anno a «Volevo nascondermi» di Giorgio Diritti, che premia il regista e il protagonista Elio Germano, i produttori e l'intero cast tecnico. Né manca il nastro d'oro a Vittorio Storaro e il nastro alla carriera a Toni Servillo.
Sempre gli stessi nomi, che da decenni si rincorrono, a conferma dell'angustia del nostro star system. Quest'anno, inoltre, i giornalisti di cinema celebrano Pedro Almodovar, col nastro d'argento europeo, a quarant'anni dal suo esordio cinematografico con «Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio».
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