Il ddl Zan inebria Fedez ed Elodie

Hanno parlato e hanno detto la loro ma ecco perché chi davvero si batte per il ddl Zan non ha apprezzato gli interventi social di Fedez ed Elodie

Il ddl Zan inebria Fedez ed Elodie

Ddl Zan e Vaticano sono i temi caldi del momento, vuoi per i pride del weekend e vuoi per la richiesta dello Stato pontificio di prestare attenzione al Concordato che, anche se gli smemorati l'hanno dimenticato, è stato firmato di comune accordo tra lo Stato italiano e lo Stato vaticano. Se poi aggiungiamo che i temi rainbow per i social sono come il miele per le api, ecco che gli "influencer" si sono letteralmente buttati nella mischia per dire la loro, puntando al facile consenso. E invece avrebbero fatto meglio a stare defilati, viste le magre figure rimediate. Ma forse non hanno un amico che li consigli. Un esempio? Fedez ed Elodie su tutti.

Iniziamo dal marito di Chiara Ferragni, quello che è sempre pronto a sventolare il vessillo rainbow. Ma attenzione, solo da qualche anno, perché prima di capire che il personaggio del paladino dei diritti Lgbtq+ funziona sui social si è divertito a scrivere un gran numero di canzoni con versi discutibili contro la comunità gay. E giustamente Tiziano Ferro, preso di mira in una di queste canzoni, non ha accettato le sue scuse postume. Molto postume. Probabilmente la Chiara nazionale gli ha regalato il vademecum del bravo influencer, dove si spiega che per raccogliere consensi bisogna cavalcare le battaglie che ne hanno già tanti. E infatti nel suo profilo non lo troverete mica che si straccia le vesti per il sindacalista morto a Novara o per i lavoratori che protestano contro Amaz... Ah già, lui non può perché ha un contratto con loro.

E quindi ecco che appena è montata la polemica social contro lo Stato vaticano, Fedez si è precipitato a fare un tweet e una storia per cogliere il momento e massimizzare l'hype della polemica pro ddl Zan con una rara concentrazione di populismo e di ignoranza sul tema, dimostrando di non sapere minimamente cosa sia il Concordato. "Il Vaticano, che ha un debito stimato di 5 miliardi di euro su tasse immobiliari mai pagate dal 2005 a oggi per le strutture a fini commerciali, dice all'Italia: 'Guarda che con il ddl Zan stai violando il Concordato'", ha scritto Fedez. Peccato che tutto, ma proprio tutto, quello che ha scritto Fedez sia regolamentato da Concordato e Patti lateranensi e che non vi siano violazioni in base a quanto deciso dalle parti. E se anche Selvaggia Lucarelli è intervenuta a gamba tesa sul kompagno Fedez, evidentemente il rapper l'ha fatta troppo fuori dal vaso stavolta.

Poi è arrivata anche Elodie, che percependo il potenziale della polemica ha fatto la sparata: "Oggi un ringraziamento speciale va ai miei genitori che non mi hanno battezzata". In poche parole ha offeso un'intera comunità, proprio lei che si è eretta a paladina delle libertà di tutti. Qualcosa non torna. Se questo è il livello della discussione da parte di chi sostiene il ddl Zan sui social, chi davvero ne rivendica l'approvazione e non lo usa solo per acquisire follower dovrebbe sentirsi offeso da come Elodie e Fedez affrontano l'argomento.

Anche perché, che credibilità ha una persona che rinnega pubblicamente la Chiesa e lo fa con una bella croce tatuata sul braccio? Per citare i Maneskin, che ormai per tanti sono i nuovi profeti italiani nel mondo, "parla, la gente purtroppo parla. Non sa di che cosa parla".

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