Zerocalcare grida alla dittatura: l'attacco al governo per difendere gli amici dei centri sociali

L'artista si lamenta che il ddl Sicurezza bloccherà il dissenso in Italia solo perché è un noto frequentatore degli ambienti No Tav e dei centri sociali torinesi

Zerocalcare grida alla dittatura: l'attacco al governo per difendere gli amici dei centri sociali
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L'ennesimo venerdì di manifestazioni a Torino è stato caratterizzato dalle violenze contro la polizia, dall'ordigno al cloro lanciato sugli agenti, dai due fast-food devastati e dalla bandiera italiana ammainata per issare quella della Palestina sulla Mole Antonelliana. Rumore per gli agenti feriti? Poco. Eppure sono stati 19, intossicati dalle esalazioni chimiche. Ma quelli che nelle scorse settimane sbraitavano contro la "violenza dei manganelli" hanno taciuto stavolta. Qualcuno direbbe che hanno avuto la decenza di restare in silenzio, ma probabilmente gli agenti avrebbero gradito una presa di posizione in loro favore. E non stupisce che i sindacati di polizia stiano premendo per l'approvazione del ddl Sicurezza, che va a punire questo tipo di manifestazioni di violenza. Dall'altra, invece, c'è "l'oracolo" Zerocalcare che, da una cattedra dell'università Sapienza di Roma è invitato a pontificare e prospetta scenari dittatoriali. Perché? Perché con il ddl Sicurezza verrebbero messi dei limiti alla possibilità di distruzione durante le manifestazioni.

Intendiamoci, nulla che in altri Paesi già non esista. "Questo pacchetto sicurezza arriva a mettere un cappello praticamente definitivo sulla possibilità di dissenso in questo Paese", attacca Zerocalcare, che punta il dito contro il governo e spiega, in una riunione tra simili in cui nessuno avanza obiezioni, che il governo vuole criminalizzare il dissenso. "Dieci anni fa i blocchi stradali erano considerati accettabili", piagnucola i vignettista, notoriamente vicino al centro sociale Askatasuna di Torino, tra i responsabili di alcune delle più violente manifestazioni del capoluogo piemontese. "Perfino le proteste pacifiche sono criminalizzate. Non esiste più una possibilità di dissenso democratica, se non quella di scrivere su piattaforme private gestite da miliardari che ti bannano se scrivi genocidio", si è lamentato. Si potrebbero scrivere capitoli interi per smentire ogni singola parola di quanto dichiarato. Zerocalcare si riferisce forse ai blocchi di Ultima generazione? Nel momento in cui il diritto dei manifestanti di protestare lede quelle delle persone di andare a lavorare e di andare in ospedale per curarsi, o di andare ad accudire un caro in difficoltà, e questo viene ripetuto nel tempo sì, occorre porre un limite. Esistono i presidi, esistono i cortei autorizzati, perché non vengono tenuti in considerazione?

Sono forme di manifestazione e dissenso pacifico, ma a Zerocalcare e agli amici non bastano. Basta aver messo il naso fuori dall'Italia e avere un minimo di senso di oggettività per vedere cosa succede in Germania, in Francia o nel Regno Unito, solo per citare tre dei Paesi riferimento, se durante una manifestazione vengono assaltate le forze dell'ordine. Ma forse hanno ragione loro: da quelle parti nessuno si azzarda a farlo, perché ne conoscono le conseguenze. E poi Zerocalcare parla di piattaforme gestite da miliardari che censurano: dovrebbe ricordarsi, l'artista, che tutto questo accade da tempo e che quando a essere colpiti erano (e sono ancora) gli esponenti repubblicani americani, ma non solo, lui (e quelli come lui) non ha alzato un dito per difendere la libertà di parola.

Possibile che se ne accorgano solamente ora che sono colpiti in prima persona? Zerocalcare sarebbe più credibile se non usasse la visibilità che gli offre il proprio circoletto solo per difendere i suoi amici, ma lo facesse sempre, anche quando c'è da difendere ciò in cui non crede. Sarebbe più credibile ma, forse, perderebbe la simpatia degli integralisti dell'estrema sinistra.

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