Alla fine ha vinto Marco Mengoni. È lui, con la canzone ‘L’essenziale’, il trionfatore del Festival di Sanremo e si è presentato emozionato come non mai in sala stampa per la conferenza finale dopo la proclamazione: “Dedico il premio al mio staff e a Luigi Tenco” ha detto quasi balbettando. Di fianco a lui, i “grassissimi” Elio e Le Storie Tese con Elio che confessa: “Sotto questo trucco c’è l’impossibile, intendo nel senso di sudore”… Al tavolo della giuria ci sono anche i Modà, terzi classificati, con Kekko Silvestre sereno e molto rilassato: “Questa vittoria non la dedico a mia figlia, a mia figlia dedico la vita”. Applauso sincero (anche perché Kekko ha rivelato di compiere gli anni proprio oggi). In poche parole, parlando di consenso popolare, i veri vincitori sono proprio i Modà, che godono di un clamoroso seguito e di una quantità di biglietti venduti che neppure le superstar straniere. E se gli Elii precisano di non essere “i nuovi Toto Cutugno” perché anche nel 1996 erano arrivati secondi. Insomma un Festival di Sanremo che nel complesso ha “rispettato” il giudizio popolare espresso con il televoto, aggiungendo soltanto – si fa per dire – Elio nel trio finale. Volendo, si potrebbe dire che, dopo anni di cantanti selezionati da Amici, stavolta è stato X Factor a conquistare l’Ariston. Marco Mengoni è stato lanciato dal talent, Elio è giudice dello show e anche il “giovane” vincitore Antonio Maggio è stato parte della prima edizione dello show come cantante degli Aram Quartet (primi classificati). Ma da adesso sarà impossibile trascurare la realtà musicale che, in campo pop, è stata selezionata e lanciata dalle gare tv. E forse cadranno tanti dei pregiudizi che immancabilmente accolgono le voci “marchiate” dai talent show. Questa è la realtà e far finta che non sia così sarebbe sbagliato. In fondo questa 63esima edizione rappresenta un capitolo fondamentale nell’evoluzione del pop italiano: i talent show sono stati “accettati” definitivamente dall’”intellighenzia culturale” anche perché a giudicare le canzoni è stata (anche) una giuria di qualità presieduta nientemeno che da Nicola Piovani. E, alla fine, dopo cinque serate tra alti e bassi, si può tirare un bilancio: il Festival di Fazio & Littizzetto è stato meno rivoluzionario del previsto e molto ma molto in linea con i gusti popolari, quantomeno in tema di musica. Hanno vinto i cantanti che venderanno più dischi. E, da Annalisa fino a Gualazzi, saranno tanti a restare comunque al centro dell’attenzione per i mesi prossimi venturi.
Tutto sommato, un risultato migliore delle previsioni (merito soprattutto di Mauro Pagani, coraggiosissimo nella scelta dei brani).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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