Il film del weekend: Magic Mike

Arrivano gli spogliarellisti che hanno sbancato il box office americano. Belle coreografie, film deludente

Il film del weekend: Magic Mike

Florida. Mike (Channing Tatum) è un trentenne che di giorno lavora come operaio e mette da parte soldi per avviare una attività di vendita di mobili personalizzati, mentre di notte fa lo spogliarellista al club Xquisite, locale di proprietà di Dallas (Matthew McConaughey). Un giorno, al cantiere, conosce il diciannovenne Adam (Alex Pettyfer) e decide di introdurlo nel mondo dello strip maschile. Purtroppo il nuovo arrivato si smarrirà presto tra soldi facili, donne e droga, con grande disappunto di sua sorella, Brooke (Cody Horn), una ragazza per bene di cui nel frattempo si innamora Mike.

“Magic Mike” oltreoceano ha fatto registrare il miglior esordio di sempre al botteghino per il suo regista, Soderbergh, e ha superato ogni più rosea previsione d’incasso soprattutto considerato che è costato solo otto milioni di dollari. Il film è ispirato alla vita di Channing Tatum, qui uomo di punta del circo sexy, che a diciotto anni lavorò come spogliarellista.

Sullo schermo è tutto un agitarsi di muscoli e natiche. Tra la carne lucida e depilata si fa strada una debole messa in scena del sogno americano, stavolta declinato in maniera oltremodo kitch. Tra le prove attoriali spicca quella del veterano McConaghey che, da sempre macho sexy in commedie romantiche, qui ancheggia volutamente come una cubista dando indiscussa prova di autoironia ed istrionismo.

Soderbergh filma una storia di formazione e realizzazione, con protagonisti ora dannati ora redenti, sospesi tra sesso facile e vero amore, artificio e realtà. Pur mettendo a nudo la vita privata, i sogni e le delusioni del gruppo di stripper, la pellicola ha le sue scene migliori nelle coreografie, folkloristiche e divertenti. La regia è fredda, distaccata e mai moralista però non c’è traccia del maestro in stato di grazia che girò film belli e sorprendenti come “Traffic”.

Sia il genere maschile che femminile vengono ritratti in maniera discutibile: gli uomini tra cameratismo e ceretta, le donne secondo il vecchio e nocivo dualismo “madonna o

maddalena”. I concetti di mascolinità e desiderio femminile rappresentati non sono fortunatamente universali ma, poiché sesso e voyerismo sono sempre garanzie in termini di vendita, il film incasserà eccome anche da noi.

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