Dipende da chi e come l'ascolta, e da chi la disegna. Arisa è multiforme, nei suoni e nell'immagine. Anche di qui, d'altronde, passa la libertà. La senti parlare e pensi a quei doppiaggi italiani di Marilyn, anni cinquanta. La senti cantare e la perfetta intonazione ti fa pensare a uno strumento a fiato, capace di dispensare una nota dopo l'altra in perfetta legatura. Poi vedi come appare alla presentazione del suo nuovo album Ero romantica - il settimo in carriera, undici brani inediti - e ti viene da pensare a chi l'ha disegnata: sicuramente la stessa matita che ha consegnato ai posteri Jessica Rabbit. Dunque ingenua, angelica, procace. Arisa è tutto questo, e questa multiformità è già tutta sui due volti del disco: in bianco e nero, dark lady e in tonalità rosa, con un primo piano sognante. Il disco esce il 26 novembre ed è un inno all'essere in bilico: tra romanticismo e carnalità, tra dance e pop melodico e tra professioni, perché Arisa qui è - per la prima volta - interprete, compositrice, produttrice indipendente.
Ero romantica, titola e canta: ora, come si sente?
«In realtà quell'Ero è un gioco di parole. Significa erotica. Perché la verità è che il disco lo volevo intitolare Porno Romantica, ma purtroppo in Italia ci sono ancora problemi a gestire certe cose. Qui nessuno ti avrebbe detto che il titolo era forte, poi però non ti avrebbero passato il disco. Tenendo conto che dovevo andare in Rai a Ballando con le stelle...».
Dove lei e il ballerino Vito Coppola, per dire, vi siete scambiati in diretta quello che sembrava un french kiss.
«Mia madre mi ha detto: se son rose fioriranno. A parte gli scherzi, io sono fatta così: ci sono cose che fai perché te le senti. L'importante è essere sé stessi: non temo certo che il mio personaggio tv possa divorare l'artista, semplicemente perché sono la stessa persona».
La dualità di Ero romanitca si avverte anche nella tracklist: inizio dance elettronico, seconda parte melodica...
«Ho pensato a un ideale lato A e lato B, come nei vinili una volta. Perché in fondo io sono così: un giorno mi va di gasarmi e uno di emozionarmi. Le ho pensate come due differenti playlist, due territori diversi».
Nell'ultimo anno lei ha partecipato ad Amici, Sanremo, Ballando con le stelle e ha sfornato un nuovo album: le piace lavorare?
«Più che altro quando ho poco da fare cado in depressione, ingrasso, mi taglio i capelli, insomma sento il bisogno di emozioni, di sentirmi viva. Anche di dare un bacio in diretta senza sapere cosa sia».
Ora si sente viva?
«Decisamente. E lo dimostrerò anche negli show dal vivo, che mi piacerebbe portare anche in discoteca, visto che nel nuovo disco c'è questa forte anima dance. Voglio anche ballare, visto che ora ho imparato a farlo».
Nell'album spicca un brano che lei considera un manifesto: Maddalena.
«Lo avevo nel cassetto da quattro anni, aspettavo il momento giusto per non tradire con l'intenzione della voce i versi del testo. Immagino una Maddalena tornata dagli inferi, dove l'hanno relegata come donna peccaminosa, per rivendicare la sua personalità. C'è un po' di me: per anni, fin da Sincerità al mio primo Sanremo, mi sono vergognata della mia procacità. Cercavo di mascherarla. Ora penso che, a trentanove anni, ho ancora pochi anni per dimostrare che posso essere attraente. Se oggi mi chiedessero di fare un film erotico, avrei la tentazione di dire di sì».
Un luogo comune: si dice che lei abbia un carattere
difficile...«Purtroppo i frustrati e i cattivi non sono pochi: certe persone non pensano a quello che dicono. Sfido chiunque a sostenere che ho fatto saltare date o appuntamenti di lavoro. Io sono una persona seria».
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