Vado? Non vado? Resto? Ogni estate ha il suo bravo tormentone da Telemercato. Quest'anno tocca al «Giova». Paginate di sussurri, supposizioni, scenari più o meno seri e seriosi. Neanche fosse l'annuncio di Pirlo che lascia la Nazionale, fino a nuova lusinga. L'intero Paese in gramaglie. Come ogni tormentone che si rispetti si moltiplicano i ritratti. «Floris, l'anti-renziano». «Giovanni, il nuovo Vespa». Grazie a dio, la soluzione sembra vicina: resto, mi allargo e ci guadagno. Ballarò, titolo tratto dal mercato di Palermo, si allunga fino a mezzanotte e conquisterebbe un'altra bancarella. Una striscia quotidiana di dieci minuti, secondo Dagospia. Che scrive anche di un arrotondamento del cachet annuo da 550mila a 630mila euro.
In fondo lo si sapeva che sarebbe potuta finire così. Per vedere Floris a Mediaset i tempi non sono ancora maturi. Probabilmente ci vogliono conflitti più traumatici, dissidi più radicali. Alle condizioni attuali, il cambio sarebbe troppo hard e poco capito dal pubblico. Il conduttore palermitano, ex pupillo di Paolo Ruffini che l'aveva promosso dalla radio alla prima serata di Raitre, è pur sempre un volto storico dell'informazione pubblica. Certamente non gli giova il fatto di essere diventato, in seguito alla famosa intervista al premier in cui ha chiesto ragioni del prelievo di 150 milioni dalle casse Rai, il paladino della resistenza anti-renziana in Viale Mazzini. Però, dài: non esageriamo. A Renzi può far persino gioco che Floris si allarghi in Rai: vedete come sono liberale e democratico? E pure per Luigi Gubitosi, sempre in attesa d'incontrare il premier, la soluzione del caso Floris può passare come un salutare scatto d'orgoglio e indipendenza. Infine, la santorizzazione di Floris è avviata, ma ci vuole qualcosa di più. Come per saltare in braccio al Biscione. È vero, in passato Pier Silvio Berlusconi aveva espresso pubblicamente il suo apprezzamento per il conduttore di Raitre. E così un sondaggio è stato fatto. Il contratto con la Rai, quello da collaboratore esterno con la clausola di salvaguardia (la riassunzione in caso di chiusura di Ballarò), scadeva dopo l'estate. Sebbene Del Debbio e Telese abbiano avuto ottimi risultati di ascolto, Mediaset cerca da tempo il volto giusto per varare il suo talk di prima serata.
Floris e i vertici della tv commerciale si sono incontrati. La trattativa era reale. Ma a un certo punto tutto si è fermato. Così, dopo che Gubitosi ha fatto capire che la Rai non si sarebbe svenata per Floris, bisognava solo trovare la quadra. Vespa accettava, non certo entusiasticamente, di ridimensionare spazi e cachet. Come poteva il «Giova» puntare i piedi, chiedere di allargarsi e giocare al rialzo? Il ragionamento era il seguente. Fuori tutto sta cambiando. È un cambiamento veloce e radicale. Di equilibri politici, di gestione dell'economia, di assetti sociali, di costume. Dunque, mentre todo cambia, possibile che io debba rimanere fermo e ingessato in un format, sempre lo stesso dal 2002? Dall'alto del suo ego, inoltre, Floris pensava di poter dare di più all'editore. Perciò chiedeva di estendere l'area del suo mercato. Piazzare una bancarella su Raiuno con qualche prima serata speciale. Oppure produrre un film e darsi alla regia, suo vero sogno nello zainetto. O ancora piantare la tenda di una striscia giornalistica su Raitre. Il suo agente Beppe Caschetto è un maestro nelle trattative. Soprattutto quando c'è da migliorare le posizioni economiche dei suoi assistiti.
Ma chiedere aumenti proprio mentre l'azienda chiede sacrifici a tutti e dopo aver condotto diverse puntate sugli stipendi degli operai con Maurizio Landini ospite fisso non la cosa più facile nemmeno per lui. Fossero veri i dati di Dagospia, 80mila euro in più per una striscia quotidiana non sarebbero granché. Magari Floris dovrà fare lo sconto su Ballarò...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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