Fragile, hot e "Blonde". Ecco la Marilyn di Ana de Armas

Al Lido il film magmatico di Andrew Dominik dedicato all'attrice-icona di Hollywood

Fragile, hot e "Blonde". Ecco la Marilyn di Ana de Armas

Venezia. Marilyn Monroe come non l'abbiamo mai vista al cinema. In concorso alla 79a Mostra del cinema di Venezia arriva Blonde di Andrew Dominik che getta uno sguardo molto personale su un'icona, non solo cinematografica, a partire dall'omonimo magmatico romanzo di Joyce Carol Oates che ha già espresso il suo favore verso il film targato Netflix (disponibile dal 28 settembre solo sulla piattaforma streaming): «Il regista ha colto le distorsioni e le frammentazioni della realtà allucinatoria del romanzo, presentandole con un occhio incrollabilmente femminista. Non c'è nulla di sentimentale, nulla che faccia star bene, ma c'è qualcosa dal valore ancora più grande e che merita il rispetto nell'ampia mente collettiva della cultura popolare: un essere umano vero, grezzo e dolorosamente onesto, un'anima nuda. Non è una pop star intrattenitrice, ma una di noi che si è trasformata».

Esattamente come si è trasformata l'attrice di origine cubana Ana de Armas oggi ha la cittadinanza spagnola dove si è trasferita a 18 anni che è diventata prima Norma Jean e poi Marilyn Monroe con una somiglianza non solo fisica ma che tende a restituire quasi l'anima della grande attrice mostrata nei suoi lati più intimi: «La maggior parte del film si concentra sulla figura di Norma Jean e poi certo su quella Marilyn Monroe. Sono la stessa persona ovviamente ma l'equilibrio che ho cercato tra i due personaggi è nel loro aver bisogno l'uno dell'altro. Per me è stata una grande scoperta e un processo di apprendimento su Marilyn Monroe e sulla donna reale dietro quel personaggio, con il suo dolore e il suo dramma».

Prodotto anche da Brad Pitt che è arrivato a sorpresa a Venezia scegliendo il basso profilo non ha partecipato alla conferenza stampa ma ha sfilato solo sul red carpet in smoking, scarpe da ginnastica, occhiali da sole, indossando la mascherina quando ha concesso gli autografi ai tanti fan assiepati per non rubare la scena al regista e soprattutto all'interprete, Blonde si sostiene completamente sull'incredibile performance di Ana de Armas stupidamente oggetto di critiche all'uscita del trailer per la sua dizione e perché «una mora non può fare una bionda» che, peraltro, non lo era veramente. «Avevo visto Ana de Armas nel film Knock, Knock e mi è sembrata perfetta racconta il regista che da 11 anni cerca di portare al cinema Marilyn abbiamo cominciato a girare il film il 4 agosto del 2019 anniversario della sua morte, è stato un caso ma ci ha avvicinato ancora di più al personaggio anche perché abbiamo girato nello stesso appartamento in cui ha vissuto con sua madre e nella stanza in cui è morta per un'overdose da farmaci. È stata come una seduta spiritica».

Il film che dura 165 minuti utilizza un linguaggio cinematografico molto ricco ma non barocco, fonde i vari formati, dallo schermo in 4:3 al 16:9, dal bianco e nero al colore, riproducendo alla perfezione le famose sequenze di Gli uomini preferiscono le bionde, Quando la moglie è in vacanza e A qualcuno piace caldo con i litigi col regista Billy Wilder, ma anche con sequenze sperimentali distorte da videoarte. Perché l'obiettivo è quello di raccontare lo stato d'animo di Norma Jean/Marilyn Monroe, di porsi dal suo punto di vista. Anche per questo il regista sottolinea che è un film di «totale finzione, non attento alla realtà dei fatti», tanto da spingersi a immaginare una sequenza hot che farà discutere perché ha come protagonista il presidente degli Stati Uniti J.F. Kennedy che la fa chiamare e portare al suo letto come «carne in consegna» è il commento di Marilyn ai bodyguard dove lo vediamo nudo, vestito solo con il busto per il mal di schiena, incitare l'attrice a praticargli del sesso orale mentre sta al telefono e l'interlocutore lo ammonisce proprio sul pericolo della sua condotta sessuale che «mette in imbarazza l'America». Le immagini passano al primo piano sulla bocca in movimento di lei, fino al godimento finale.

Per il resto ci sono tutti gli episodi più significativi della vita di Norma Jean soprattutto in relazione alle conseguenze della mancanza del padre che si è riflettuta sulla scelta degli uomini della sua vita, da Joe DiMaggio (Bobby Cannavale) a Arthur Miller (Adrien Brody) ma anche della mancanza materna, con la madre (Julianne Nicholson), malata di mente, che la

abbandona in un orfanotrofio sette anni. Tutti episodi, come la gravidanza prima non voluta e poi cercata e mai avuta, che la porteranno al tragico finale di morte annunciata, il 5 agosto di esattamente cinquant'anni fa.

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