Futurismo, pop e poesia. È "Il boom" di Jovanotti

Il cantautore annuncia il "Jova Beach Party" "Non ascolto dischi, perché ne devo fare uno?"

Futurismo, pop e poesia. È "Il boom" di Jovanotti

Comunque è rimasto identico: dopo quasi due anni di pandemia, Lorenzo Jovanotti è inarrestabile come sempre, parla e parla e si entusiasma come quel ragazzino che continua a essere. Figurarsi poi se deve annunciare la nuova edizione del Jova Beach Party, il tour che con il concerto a Linate il 21 settembre 2019, ha sostanzialmente chiuso l'era dei megaeventi all'aperto prima della nebbia Covid. «Quando sono sceso dal palco, la sensazione forte è che non fossi alla fine di una cosa ma all'inizio, avevo ancora voglia». E difatti ritorna, dal 2 luglio a Lignano Sabbiadoro fino al 10 settembre, chiusura all'aeroporto Bresso vicino a Milano. «Per me è come una ripartenza da zero. In ogni caso, ritorniamo più o meno negli stessi posti, da Viareggio ad Albenga, raddoppiando quasi ogni data, vuol dire che abbiamo lasciato un bel ricordo», spiega lui riferendosi anche alle polemiche spesso strumentali che gli ambientalisti (ma non solo) avevano sollevato per quei concerti: «Leggere che a 90 km dal nostro concerto al Lido degli Estensi c'erano dei fenicotteri disorientati per colpa mia mi è sembrato davvero esagerato. Ma allora mi usate!».

Dopotutto Jovanotti è un bel passepartout per attirare attenzione e conquistarsi un po' di visibilità. Proprio per questo, nonostante tutte le spiagge del tour siano state lasciate pulite meglio di prima, lui precisa che, sia chiaro, «non saliamo sul carro del greenwashing: noi siamo una impresa e tutte le imprese dovrebbero essere attente a questi temi». In poche parole, nell'estate del 2022 sarà qui la festa, sulle spiagge del nuovo Jova Beach Party, dove la scaletta sarà libera, il palco avrà una gigantesca scritta Jova e gli ospiti saranno come l'altra volta ossia deejay, musicisti, sperimentatori, tutti imprevedibili, spesso di nicchia, sempre votati a un unico obiettivo: il ritmo. Unica condizione: il cento per cento di capienza e l'assenza di mascherine. «Altrimenti niente Jova Beach Party».

In sostanza, il tour si candida a diventare un appuntamento fisso. Quella che era sembrata solo una delle tante intuizioni transitorie di Lorenzo Cherubini, una «start up» come l'ha definita il suo promoter Maurizio Salvadori della Trident, potrebbe diventare come il Lollapalooza oppure (una volta) l'OzzFest negli Stati Uniti: autentici appuntamenti nomadi e rituali, capaci di raccogliere ogni volta centinaia di migliaia di persone anche se «in Italia la cultura del festival non è ancora così ben sviluppata». Oltretutto, il Jova Beach Party (che ha Tim come partner tecnologico) sarà pure un potente supporto ecologico che, attraverso l'iniziativa Ri-Party-Amo con Wwf e Intesa San Paolo, intende raccogliere 5 milioni di euro per pulire e ripristinare 20 milioni di metri quadri di spiagge, laghi, fiumi e fondali. Mica male.

Quindi spieghiamoci: in questi mesi di forzata assenza dalle scene, Lorenzo ha messo in piedi un kolossal che sarà protagonista della prossima estate.

Ma non solo.

C'è pure la nuova musica, che per lui resta comunque «il centro di tutto». Ieri è uscito Il boom, una sorta di «brano futurista» nel quale lui gioca con le parole. Parlando, Jovanotti conferma di conoscere bene il futurismo («È cambiata solo la prospettiva, possiamo giudicare il passato ma non il futuro che continua ad avere delle promesse»), cita Filippo Tommaso Marinetti e poi conferma che «la mia lotta è superare il linguaggio della lotta, l'uso continuo di parole di contrapposizione o di contrasto». Per capirci, il riferimento (non esplicito ma comprensibile) è alla lingua dei social network e di tanti altri contesti, come ad esempio molti talk show tv. In ogni caso, Jovanotti non smette di essere un serbatoio di iniziativa. Ha già pronti sette nuovi brani che usciranno a dicembre (uno di questi, La primavera, sarà forse un singolo), ha pronto una specie di «Disco del sole» che uscirà forse il prossimo anno («Mia moglie Francesca ha detto che sembra un titolo di Al Bano, ma io ne sono contento») e conferma la tendenza più chiara di questi tempi: farà album sempre più raramente, meglio singoli brani. Dopotutto «io stesso non ascolto dischi e mi affido alle playlist. E se io non ascolto album, perché dovrei fare album?».

Perciò il nuovo Jovanotti sarà sempre più legato a progetti innovativi, a musica «fluida», a idee trasversali che mescolino note, visual e poesia (è in continuo contatto con il gigantesco Nicola Crocetti). È insomma il solito Jovanotti in continua evoluzione, una evoluzione così instancabile da aver convinto persino i critici più feroci.

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