Gerard Depardieu ha presentato a Roma il suo libro “Innocente” (Edizioni Clichy), raccontando un po' al pubblico della sua vita di attore, di quella privata e della sua visione del mondo. L’attore francese nel libro si paragona a un gatto selvatico così come a un ragazzo selvaggio che tiene aperta l’inquietudine e vuole condividere con tutti la sua “emergenza” di vivere e di conoscere.
Il divo francese, come riporta Dagospia, ha detto durante la presentazione: "“Vivo nel presente, non sono legato al passato, me ne frego di ciò che capiterà domani", mentre sul cinema ha sentenziato: "Il cinema è pericolo, provocazione, dinamite, pietra bollente per giocolieri", un mondo però molto diverso da quello di una volta: “Non esiste più. Ci sono sempre meno registi e autori. Non so oggi chi darebbe un appuntamento a Bunuel e Ferreri”.
Durante la presentazione del suo memoir, l’attore ha parlato anche di politica internazionale, difendendo Fidel Castro e attaccando Le Pen, definita "un salto all’indietro”), Daesh ("gente ignorante e cattiva") e il premier Orban per la decisione di costruire muri anti-migranti.
Un capitolo a parte quello sull'amico Vladimir Putin: “Lo vedo regolarmente e la maggior parte delle volte discutiamo di geopolitica. Quando parla con gli oligarchi, che cercano di uccidere il paese, sono quelli ad aver paura di lui e non il contrario. Il popolo russo gli è riconoscente perché con lui ha ritrovato una dignità che aveva perso”.
Un duro attacco Gerard Depardieu lo conserva anche per i media: “Chi fa informazione, fa
merda. Mentre stai mangiando vedi la morte in tempo reale. È un mondo del cazzo”.Infine, un consiglio per riscoprire l’innocenza, e guardare l’anima dell’altro: “Buttate gli smartphone, ascoltate la vita”.
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