Gino Paoli, indagato per evasione: il reato va in prescrizione

Più di due anni fa, Gino Paoli percepiva chiaramente la gravità e la devastante portata della vicenda

Gino Paoli, indagato per evasione: il reato va in prescrizione

L'inchiesta in cui Gino Paoli risultava indagato da un anno e mezzo per un'evasione fiscale da ottocentomila euro, legata ad una dichiarazione dei redditi infedele, è stata archiviata per prescrizione. Il sostituto procuratore Silvio Franz ha chiesto di prosciogliere Gino Paoli, perché non è possibile stabilire quando fu accumulato il tesoretto poi esportato all’estero.

Più di due anni fa, Gino Paoli percepiva chiaramente la gravità e la devastante portata della vicenda. Lo rivelano, ancora una volta, le inequivocabili intercettazioni, in questo caso organizzate dalla Finanza con una rete di cimici nello studio del commercialista Andrea Vallebuona.

Il commercialista, all'epoca era dentro l'inchiesta Banca Carige, di cui è consulente. Ad un certo punto le Fiamme Gialle si ritrovano in cuffia Paoli e la moglie che parlano con lo stesso Vallebuona, loro commercialista. Il cantante è molto preoccupato. Non tanto per i fondi nascosti nei forzieri svizzeri, ma per quel capitale inestimabile e intangibile che ogni umano costruisce a fatica negli anni di una vita intera: la reputazione. "Non voglio si sappia che ho portato soldi all'estero" - dice il cantautore - "io sono un personaggio pubblico, non posso rischiare questo. Ho un'immagine da difendere".

Nel seguito dell’indagine il cantautore sfodera un paio di jolly: a parte ribadire che quello deicompensi esentasse per certe serate era un sistema "diffuso", precisando fra l’altro come

non fosse lui a gestire "in prima persona" la parte finanziaria, dimostra che alcune operazioni sul conto svizzero sono avvenute ben prima del 2008 ed è quindi impossibile fissare in quell’anno la "dichiarazione infedele".

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